Bagnasco ai giovani di Napoli:
«Non lasciate morire la speranza»

Bagnasco ai giovani di Napoli: «Non lasciate morire la speranza»
Giovedì 9 Febbraio 2017, 09:23 - Ultimo agg. 10 Febbraio, 09:21
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«Non lasciate che qualcuno uccida la speranza dei vostri cuori». Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, nel corso dell'omelia pronunciata nella messa celebrata ad apertura della seconda giornata del convegno «Chiesa e lavoro» che vede riuniti a Napoli i vescovi di Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Ai giovani presenti Bagnasco ha detto: «Non sarete soli. Con voi ci saranno i pastori della Chiesa».
 


Per favorire l'occupazione giovanile «c'è bisogno di investimenti» ma anche di una «burocrazia più snella» per attrarli. È quanto ha detto il presidente della Cei Angelo Bagnasco parlando oggi a Napoli a margine del convegno sul tema «Chiesa e lavoro». Ai giovani «che sono i più dimenticati» Bagnasco ha detto di mettersi insieme e sfruttare tutte le opportunità come quelle offerte dai fondi europei. «Non è possibile che ogni anno si debbano restituire più di quatto miliardi di fondi perché non sono stati utilizzati», ha aggiunto Bagnasco.

«L'Italia si riprende fino in fondo e cresce se il Sud cresce e rimonta il divario con il Centro-Nord». Lo ha detto il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, presente a Napoli alla giornata conclusiva del convegno delle conferenze episcopali delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Il segretario della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino, ha affermato: «L'isolamento e la povertà del sud e della sua gente sono dovute alla mancanza di lavoro, né oggi siamo qui per aggiungere un altro pezzo ai voluminosi cinquant' anni di analisi sulle cause o concause del degrado. Oggi la Chiesa del Mezzogiorno apre un nuovo dialogo, una ampia relazione con la società, entra nel vivo della società con proposte mirate, bussa alle istituzioni per chiedere interventi concreti per la realizzazione di progetti e programmi che intercettino il disagio e le condizioni di precarietà, di marginalità. Tutto questo perché come affermava, nella lettera enciclica Laborem exercens, Papa Giovanni Paolo II, in merito al problema occupazione, la disoccupazione in ogni caso è un male e, quando assume certe dimensioni, può diventare un vera calamità sociali».
 

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