Juncker: «L'Italia rischia, dopo il voto governo non operativo». Poi frena. Gentiloni: «Tranquillo»

Juncker: «L'Italia rischia, dopo il voto governo non operativo». Poi frena. Gentiloni: «Tranquillo»
di Marco Conti
Venerdì 23 Febbraio 2018, 07:57 - Ultimo agg. 13:37
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«Dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, cioè un governo non operativo in Italia». Assieme all'incertezza in Spagna, é possibile «una forte reazione dei mercati nella seconda metà di marzo, ci prepariamo a questo scenario». L'ennesima uscita poco felice di Jean Claude Juncker, scuote i mercati e fa volare lo spread oltre quota 130. Occasione una riunione del think tank Ceps con l'ex commissario europeo Almunia nelle vesti dell'intervistatore che chiede al presidente Ue un'analisi sul prossimo futuro. Juncker non la prende molto da lontano e dice: «C'è un inizio di marzo molto importante per l'Ue. C'è il referendum Spd in Germania e il voto italiano, e sono più preoccupato per l'esito di quest'ultimo che per il risultato del referendum dell'Spd».

IL PICCO
Poi la scivolata del presidente della Commissione Europea, non nuovo ad esternazioni buttate lì, e l'indicazione dello scenario «peggiore» post 4 marzo. Ovvero, non lo stallo, non l'impossibilità di fare un governo, ma la concreta eventualità che in Italia nasca un governo solo per galleggiare. Affermazione pesante, che non ha mancato di incidere su Piazza Affari (-0,8%) ieri maglia nera in Europa, e sullo spread Btp-Bund balzato a 137; oltre a costringere Juncker a una retromarcia messa stavolta nero su bianco in un comunicato nel quale sostiene che «qualunque sarà l'esito elettorale, sono fiducioso che avremo un governo che assicurerà che l'Italia rimanga un attore centrale in Europa e nella definizione del suo futuro».

A spingere Juncker ad aggiustare il tiro è stato il coro di reazioni negative. L'accusa di ingerenza» negli affari e nella campagna elettorale di un Paese, l'argomento più tenero usato contro l'ex premier del Lussemburgo. Ma sconcerto per le parole del presidente della Commissione si sono colte anche al Quirinale. Anche perché, oltre all'intromissione un bel po' azzardata, le parole di Juncker creano fibrillazioni non solo sui mercati rischiando di alzare la temperatura. Sergio Mattarella da molto tempo sottolinea come le elezioni non siano un passaggio traumatico o un salto nel vuoto, ma un normale momento democratico al termine del quale le forze politiche sapranno assumersi le responsabilità.

«Tranquillizzerò Juncker. A parte il fatto che i governi sono tutti operativi. I governi, governano»: dal salotto di Porta a Porta, e poche ore prima di volare a Bruxelles per un Consiglio europeo dove incontrerà anche Juncker, Paolo Gentiloni replica in maniera molto ferma alle esternazioni del presidente della Commissione. «Io -aggiunge Gentiloni - non sono d'accordo nel vedere queste elezioni come un salto nel buio». «Certo - aggiunge il presidente del Consiglio - sarà importante che forze più affidabili, e dal mio punto vista innanzitutto il centrosinistra, abbiano un ruolo fondamentale per non buttare via i risultati raggiunti. Non ho paura del baratro, gli italiani vogliono la continuità».

Anche nel centrodestra non mancano le reazioni negative. La linea è quella del «Juncker stia tranquillo perché tanto vincerà il centrodestra e ci sarà subito un governo». Posizione ribadita dal capogruppo di FI al Senato Paolo Romani e dal centrista Maurizio Lupi. Replica indiretta anche da parte di Silvio Berlusconi che prova a contenere i timori di Bruxelles sostenendo che «Salvini non sarà premier perché FI sarà il primo partito». Ancora meglio fa Raffaele Fitto, leader di Noi con l'Italia, secondo il quale quella di Juncker è un'ingerenza, ma Salvini comunque vada non sarà mai presidente del Consiglio.

L'INVITO
Dura anche la reazione del M5S che parla di «grave ingerenza negli affari interni del nostro Paese». «Juncker stia tranquillo», avverte Laura Castelli, perché «sarà il Movimento 5 Stelle ad assicurare all'Italia un governo stabile, responsabile e più forte in Europa». Nicola Fratoianni (LeU) invita senza mezzi termini Juncker a non «parlare a ruota libera» del voto italiano ma di occuparsi «dei disastri combinati anche sotto il suo mandato». Dall'Europa, aggiunge Fratoianni, «vorremmo sentire qualche parola e vedere qualche atto che dia risposte ai lavoratori di Embraco».

 

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