Fulbrighters Fredericiani: il successo del terzo incontro annuale alla Federico II di Napoli

Borsisti Fulbright italiani e statunitensi hanno condiviso le loro esperienze di scambio accademico

L'incontro alla Federico II
L'incontro alla Federico II
Giovedì 29 Febbraio 2024, 21:07 - Ultimo agg. 1 Marzo, 19:17
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Il 27 febbraio, l’Aula Guarino dell’Università Federico II di Napoli ha ospitato il terzo incontro interdisciplinare dei Fulbrighters Fredericiani, la rete dell’Università Federico che riunisce borsisti Fulbright italiani ed americani. Questa iniziativa, realizzata in collaborazione con il Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli e la Commissione Fulbright Italia, ha attirato un elevato numero di partecipanti, segnando una data importante nel calendario degli eventi realizzati in occasione degli 800 anni dell’Ateneo fredericiano.
L’incontro si è aperto con i saluti istituzionali di alcuni rappresentanti del mondo accademico, civico e consolare. 

Davide Marocco, Delegato per l’internazionalizzazione dell’Ateneo fredericiano, ha dichiarato: «L’incontro dedicato al programma Fulbright si pone nel solco della tradizione del nostro Ateneo, ove l’internazionalizzazione è di casa da 800 anni. Fin dal 1224, l’Ateneo ha sempre ripudiato i localismi, ponendosi come punto di riferimento per una comunità più vasta, che trascende i confini nazionali». Amedeo Arena, Delegato per l’internazionalizzazione del Dipartimento di giurisprudenza della Federico II ed organizzatore dell’evento, ha aggiunto: «Questo incontro ha evidenziato come il Programma Fulbright costituisca uno scambio davvero bidirezionale tra Italia e USA: abbiamo infatti ascoltato le esperienze dei borsisti italiani che si sono recati presso le università statunitensi per motivi di studio, ricerca e insegnamento, così come le esperienze dei borsisti statunitensi che hanno soggiornato presso le università italiane ed in particolare presso l’Ateneo fredericiano. Questa iniziativa ha messo inoltre in luce l’importanza del dialogo transatlantico, che arricchisce gli individui e le comunità, facilitando la comprensione reciproca e la disseminazione delle conoscenza». 
 
Maura Striano, Assessora all’Istruzione ed alle Famiglie del Comune di Napoli e professoressa di pedagogia generale presso l’Ateneo federiciano, ha ricordato la propria esperienza di borsista: «Ho partecipato al Programma Fulbright nel 1995. È stata una esperienza culturale e formativa importante che consiglierei a tutti. Ad oggi, continuo a collaborare e a scambiare idee e progetti con colleghi e amici che ho conosciuto allora. Italia e USA sono molto più vicine di quanto si possa immaginare». 
 
Antonella Brancaccio, Console onorario d'Italia nella città di Orlando, Florida, ha lodato l’iniziativa: «Il prof. Arena ha organizzato un evento straordinario che ha trattato il tema degli scambi accademici sotto diversi punti di vista. È stato interessante ascoltare le esperienze dei borsisti Fulbright, molti dei quali hanno sottolineato come questa esperienza abbia influenzato positivamente il loro percorso professionale e personale. Ben vengano queste iniziative che arricchiscono il nostro bagaglio culturale!».
 
Ai saluti istituzionali hanno fatto seguito due sessioni informative: la prima, a cura del Consolato generale degli Stati Uniti a Napoli, ha riguardato i visti necessari per effettuare soggiorni di studio, insegnamento e ricerca negli USA, la seconda, a cura della Commissione Fulbright Italia, si è concentrata sulle diverse borse offerte dal programma Fulbright. A tale riguardo, Maximilian Aviles, Console e Capo dell’Ufficio visti del Consolato generale degli Stati Uniti a Napoli, ha dichiarato: «L'evento dei Fulbrighters Fredericiani ha fornito al Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli l’opportunità di evidenziare l'importanza del programma Fulbright. Inoltre, siamo stati lieti di spiegare agli studenti come richiedere un visto americano nel caso in cui intendano studiare o partecipare ad un programma di scambio accademico negli Stati Uniti». 
 
Federica di Martino, Educational advisor presso la Commissione Fulbright Italia, ha aggiunto: «Per chi, come me, si occupa della promozione del programma Fulbright, una rete come quella dei Fulbrighters Fredericiani è preziosa: le esperienze dei borsisti, che grazie a questa rete possiamo raccontare ad ogni incontro, costituiscono lo sfondo ideale da cui partire per presentare i bandi del Programma Fulbright. I resoconti dei borsisti testimoniano come il Programma Fulbright, pur avendo quasi 80 anni di vita, sia estremamente vitale e pronto a raccogliere le principali sfide del nostro tempo, offrendo ai borsisti un'esperienza unica, grazie ad una combinazione di eccellenza accademica, networking di alto livello e impegno nell'ambito della diplomazia culturale».

Si è poi tenuta una tavola rotonda, ove dei borsisti Fulbright italiani e statunitensi hanno condiviso le proprie esperienze di scambio accademico. Fulvio Pastore, partner dello studio legale SILS di Milano ed ex borsista Fulbright presso la Columbia University, ha dichiarato: «Posso solo dire che un borsista Fulbright è per sempre.

Partecipare a questo durevole ma ancora validissimo programma, e gli studi all'estero che ne conseguono, equivale a spalancare una porta di esperienze e conoscenze che ci accompagneranno per tutta la vita, professionale e personale. Per me è stato così, come per tutti gli altri e le altre Fulbrighters che ho conosciuto in questi decenni». 

Cat del Buono, già borsista Fulbright presso il Dipartimento di studi umanistici della Federico II ed ora dottoranda presso il medesimo Dipartimento, ha commentato: «Il Programma Fulbright mi ha permesso di soggiornare a Napoli e di lavorare con dei docenti fredericiani di area umanistica, cosa che non avrei mai potuto fare senza il sostegno di questa prestigiosa borsa di studio. Ho avuto la possibilità di elaborare un progetto di ricerca sulla violenza domestica. Sono tornata alla Federico II in qualità di dottoranda per continuare a sviluppare, insieme allo stesso team che mi ha accolta la prima volta, il mio progetto volto alla prevenzione di questo preoccupante fenomeno sociale. Mi trovo molto bene e non vorrei essere in nessun'altra università!».

Inoltre, Michael Sommeling, proveniente dal New Jersey ed attualmente Fulbrighter presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Tecnologie dell’Informazione dell’Università Federico II, ha dichiarato: «Nel contesto del FulFred Meetup 2024 ho ascoltato con grande interesse i progetti e le esperienze degli altri borsisti Fulbright in visita presso l’Università Federico II. Tale incontro mi ha aiutato a collocare la mia ricerca Fulbright in un contesto più ampio, quello dei complessi problemi globali che gli Stati Uniti e l’Italia sono chiamati ad affrontare insieme». Del pari, Lucas DiCerbo, originario di Boston ed al momento borsista Fulbright presso il Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Ateneo fredericiano, ha dichiarato: «Mi ha fatto molto piacere vedere un tale interesse per il Programma Fulbright ed è stato un onore condividere la mia esperienza di scambio accademico con altri borsisti Fulbright ed aspiranti tali. Grazie alla borsa Fulbright, ho avuto l’opportunità non solo di effettuare un soggiorno di ricerca presso l’Università Federico II, ma anche di esplorare la città di Napoli e di conoscere i suoi abitanti.” Infine, Amanda Pascali, originaria del Texas ed ex borsista Fulbright presso l’Università di Messina, ha dichiarato: “Il mio progetto di traduzione in inglese delle canzoni popolari del Sud Italia è iniziato come un progetto Fulbright e ha successivamente raggiunto un pubblico di milioni di persone in tutto il mondo. È stato un privilegio presentare il mio adattamento di ‘O surdato ‘nnammurato (A soldier in love) presso l’Università Federico II».

Matteo Chiatto, Ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Industriale della Federico II e borsista Fulbright presso Università di Princeton, ha dichiarato: «L’esperienza Fulbright è un’opportuna formativa e di crescita sotto tutti i punti di vista. Da un lato permette di entrare in contatto con i migliori studiosi nel proprio campo di ricerca, consentendo di creare legami durevoli nel tempo; d’altro canto, l’immersione completa nella cultura statunitense, comporta un arricchimento notevole del proprio bagaglio culturale. Attualmente, per contribuire, nel mio piccolo, a questo prestigioso programma, ho aderito al progetto Mentor, che permette agli ex-borsisti di assistere i futuri Fulbrighters nella preparazione della loro domanda».

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