Vaccini obbligatori a scuola:
i consigli del pediatra

Antonio D'Avino
Antonio D'Avino
di Ilenia De Rosa
Martedì 30 Maggio 2017, 17:48 - Ultimo agg. 21:30
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Napoli. «I centri vaccinali delle Asl verranno presi d'assalto e dovranno trovare modalità organizzative adeguate a soddisfare le innumerevoli richieste. Noi pediatri di base siamo pronti a offrire il nostro contributo e a effettuare le vaccinazioni coordinandoci con gli operatori dei centri». Questo il primo commento di Antonio D'Avino, segretario provinciale della Federazione italiana medici pediatri, pochi giorni dopo l'approvazione del decreto legge sui vaccini. «Già oggi i tempi di attesa nelle strutture dell'Asl sono lunghi - continua D'Avino - in alcuni casi si parla addirittura di sette mesi. Con l'aumento del numero di vaccini obbligatori la situazione da fronteggiare sarà ben più complessa. I pediatri e i medici di base potrebbero dare un supporto utilissimo». Su come gestire il futuro aumento di richieste al momento non ci sono idee chiare presso i centri vaccinali del napoletano, molti dei quali hanno carenza di personale ed effettuano il servizio a giorni alterni, in determinate fasce orarie.
 


Sull'importanza delle vaccinazioni come strumento di prevenzione i medici della Fimp non hanno dubbi. «Alla luce della costante riduzione dei tassi di copertura vaccinale finalmente si è deciso di intervenire in maniera efficace - aggiunge D'Avino - e di questo ne sono felice. Bisognerebbe arrivare alla soglia del 95 per cento di copertura: al di sotto di tale livello il virus responsabile della malattia è in grado di circolare e determinare la possibilità di contagio. In Campania siamo lontani da tale risultato. Ad esempio nell'Asl Na3 sud siamo del 15 per cento sotto la soglia indicata». 

Nel dettaglio, salgono a 12 le vaccinazioni obbligatorie cui i bambini dovranno essere sottoposti. Ai vaccini già obbligatori contro polio, difterite, tetano, epatite b si aggiungono quelli contro la pertosse, emofilo b, meningococco b e c, morbillo, rosolia, parotite e varicella, finora solo raccomandati. «Saranno somministrati per via iniettiva secondo una calendarizzazione prevista dal Piano nazionale prevenzione vaccinale e dal Calendario per la vita. Quindi i genitori dovranno controllare sul libretto dei loro figli che siano state fatte queste vaccinazioni e, in caso contrario, recarsi presso i centri vaccinali per prenotarsi. Ovviamente chi ha già contratto le rispettive malattie non è tenuto a fare la vaccinazione». I bambini che fino ad ora non hanno effettuato alcuna vaccinazione lo faranno con calma, secondo i tempi stabiliti. «I vaccini non possono essere somministrati tutti insieme e chi comincerà adesso l'iter, anche se più grandicello, lo farà secondo calendario. Ad esempio durante ogni seduta al bambino possono essere iniettati al massimo due vaccini. Anzi, in alcuni casi si preferisce farne uno alla volta, come quello contro il meningococco b».

A far discutere tanto, in questi giorni, è l'obbligatorietà prevista dal decreto ai fini della frequenza a scuola. I bambini da 0 a 6 anni non potranno essere iscritti nei nidi e nelle scuole dell'infanzia senza vaccinazioni (in questa fase transitoria, come attesta una circolare del ministro Valeria Fedeli, i genitori potranno iscrivere i figli certificando che hanno già fatto richiesta per le vaccinazioni). L'obbligatorietà vale anche per la fascia d'età 7-16 anni, ma in questo caso la violazione della norma prevede sanzioni e non il divieto di iscriversi alla scuola dell'obbligo. Chi va a elementari, medie, primi due anni delle superiori, deve fare le varie vaccinazioni e i richiami negli anni successivi. Se ne manca qualcuno la scuola fa una segnalazione alla Asl, vengono convocati i gentitori con l'invito a fare le iniezioni che mancano. 

«I vaccini saranno gratis per tutti i bambini le cui condizioni sono a rischio - conclude D'Avino - e per quelli appartenenti a determinati anni di nascita.
Per esempio la vaccinazione contro il menigococco b sarà gratuita per i bambini nati nel 2017. Per i più grandicelli vale il copagamento, cioè una quota a carico dei genitori, un'altra a carico dell'azienda».

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