Vaccinazioni, obbligo a scuola:
il governo frena

Vaccinazioni, obbligo a scuola: il governo frena
di Elena Romanazzi
Venerdì 12 Maggio 2017, 08:35 - Ultimo agg. 14:36
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Tutti vaccinati, altrimenti niente iscrizione a scuola. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin rompe gli indugi. Ora basta. Il bollettino di guerra sull'epidemia di morbillo (2220 casi dall'inizio dell'anno) è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ora basta. Il testo - annuncia il ministro nel corso di una trasmissione televisiva «Night Tabloid» è pronto, l'ho già inviato al presidente Paolo Gentiloni e domani (oggi per chi legge) lo porterò in Consiglio dei ministri». Un annuncio che ha irritato il governo, e che spinge in tarda serata Lorenzin a smentire: «Mai detto che domani (oggi, ndr.) l'avrei portato in Cdm». Palazzo Chigi ha di fatto smentito l'inserimento del testo nei provvedimenti in discussione, ma il ministro della Salute esclude tensioni con la collega all'Istruzione Fedeli, dicendosi «sbigottita» per le ricostruzioni uscite su presunte polemiche con il governo sul provvedimento.
Il testo di legge fa dei passi enormi rispetto alle vaccinazioni obbligatorie. Si supera il principio fino ad oggi in vigore che distingue i «vaccini consigliati» da quelli «obbligatori». Ho immaginato questo decreto - spiega il ministro Lorenzin - che pone l'obbligatorietà per l'accesso alla scuola dell'obbligo, con il ministero della Salute che ogni anno dà la lista di quelle che sono le vaccinazioni obbligatorie, superando anche la dicotomia tra vaccinazioni obbligatorie e raccomandate. «Ovviamente questa è una norma - aggiunge - che può avere degli aspetti di complessità, per questo l'ho mandata alla presidenza del consiglio. Spero che ci sia un approfondimento con il ministero dell'Istruzione, che ha il timore che venga leso il diritto all'accesso alla scuola».
 



Il ministro dell'Istruzione svela i retroscena della discussione e chiarisce la posizione. «L'obbligo dei vaccini non deve andare contro il diritto all'istruzione». Lo scorso 7 febbraio - si legge nella nota diramata dal Miur - si è svolto un incontro tra Fedeli e Lorenzin, durante questo incontro la ministra Fedeli «si è espressa per la tutela di bambine e bambini, e quindi per l'obbligatorietà delle vaccinazioni, sottolineando però che si deve trovare il modo per garantire al contempo anche il diritto costituzionale all'istruzione». Su questo si sta lavorando affinchè «i due diritti costituzionali, quello alla salute e quello all'istruzione vengano entrambi garantiti».

Più che scontro c'è un confronto tra i due dicasteri. «Con Fedeli - aggiunge Lorenzin c'è un dialogo proficuo da mesi, questo testo risponde alla necessità di avere norme uniche in tutta Italia visto che le regioni si stanno muovendo in ordine sparso».

In Emilia è già stata approvata una norma che richiede le vaccinazioni obbligatorie a chi si iscrive all'asilo nido e anche la Lombardia ha preso una decisione simile. Anche a Trieste è stata approvata una misura simile mentre ci sono altre Regioni che stanno ancora scrivendo le loro leggi come Toscana, Piemonte, Puglia e Lazio, che stanno scrivendo testi nei quali in alcuni casi si prevede l'obbligo per i bambini di aver fatto tutte le vaccinazioni, non solo quelle obbligatorie, per entrare sia al nido che alla materna. Del resto tutte le amministrazioni locali hanno da poco invitato Roma a prendere una decisione nel senso dell'obbligatorietà. Visto che in tutte le Regioni ci sono state anche voci polemiche, da parte di opposizioni e no-vax, nei confronti delle leggi su vaccinazione e scuola, è immaginabile una opposizione ad una misura nazionale.

Lorenzin nella querelle incassa dalla sua il sostegno di alcune regioni, dal Piemonte all'Emilia. E sul fronte politico Matteo Richetti del Pd si affretta a sostenere il ministro della Salute: «Il nostro partito è pronto a sostenere il provvedimento». Sulla stessa linea Michele Anzaldi. «Sui vaccini il governo non deve mostrare incertezze - sostiene Anzaldi - non devono esserci gialli o dubbi». Si va avanti dunque, ma sui tempi c'è incertezza.