L'utero artificiale non ha pompe esterne a guidare la circolazione, perché la pressione artificiale più blanda può sovraccaricare un cuore non ancora sviluppato, e nemmeno un ventilatore, perché i polmoni immaturi non sono ancora pronti a funzionare con l'ossigeno atmosferico. «I polmoni dei feti funzionano con il liquido, e noi abbiamo imitato questo tipo di ambiente, permettendo a questi e gli altri organi di svilupparsi», aggiunge Marcus G.
Davey, uno dei ricercatori. Lo studio è stato fatto sugli agnelli, perché i loro polmoni allo stadio prenatale si sviluppano in modo simile a quello dei bambini. A differenza delle precedenti versioni di placenta artificiale studiate sugli animali, dove la sopravvivenza è stata di pochi giorni e con danni cerebrali, con questo sistema si è arrivati a 28 giorni, e gli agnelli sono rimasti sani, riuscendo a respirare e ingoiare normalmente e ad avere una crescita normale. I ricercatori continueranno a migliorare l'apparato, adattandolo alle dimensioni dei bambini neonati, pari a 1/3 degli agnelli.