Sanità, De Luca commissario
il ministro Lorenzin dice no

Sanità, De Luca commissario il ministro Lorenzin dice no
di ​Gerardo Ausiello
Martedì 24 Gennaio 2017, 11:08 - Ultimo agg. 14:36
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Un braccio di ferro destinato a durare ancora a lungo. Sulla governance della sanità campana la strada appare oggi pericolosamente in salita, e non solo per le violente polemiche che hanno avuto come protagonisti nei giorni scorsi il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Quest’ultimo è infatti pronto ad andare fino in fondo: dopo aver ottenuto, non senza difficoltà, il via libera del Parlamento alla norma che gli consentirebbe di gestire i poteri commissariali della sanità, ora naturalmente è deciso ad ottenerli, tant’è che ha già inviato una missiva ad hoc al premier Paolo Gentiloni (trasmessa per conoscenza anche a Lorenzin e al ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan). Nelle ultime ore a Roma sia il livello tecnico che quello politico si stanno interrogando sul da farsi, ma probabilmente la richiesta avanzata da Palazzo Santa Lucia non verrà accolta. O almeno questo è, al momento, l’orientamento di massima del governo (un eventuale provvedimento va adottato in Consiglio dei ministri). Si potrebbe pensare che tale decisione sia la diretta conseguenza dello scontro tra De Luca e Lorenzin.

Dalla Capitale, però, giurano che non è così e che alla base di tale scelta ci sono altre motivazioni. Una in particolare: la Regione è direttamente coinvolta in un’inchiesta della magistratura sulle nomine nella sanità (Enrico Coscioni, consigliere del governatore per la salute, è indagato con l’accusa di tentata concussione per presunte pressioni ai manager di Asl e ospedali). E allora, per ragioni di opportunità, si è portati ad escludere lo scenario immaginato dall’ex sindaco di Salerno. Ecco la motivazione che potrebbe essere utilizzata per la bocciatura, legata in realtà soprattutto a equilibri e valutazioni politiche più che di natura giudiziaria. Per questo, è il ragionamento che si fa a Roma, ha paradossalmente maggiori chance l’ipotesi di una sostituzione degli attuali commissari (Joseph Polimeni e Claudio D’Amario) con altri commissari che l’affidamento di tali poteri a De Luca.

Se dunque, come sembra, si manterrà l’attuale schema di governance (con la separazione dei poteri tra Regione e struttura commissariale), ci sarà un altro problema da affrontare: la convivenza tra De Luca da un lato e Polimeni e D’Amario dall’altro, visto che i rapporti sono ormai compromessi. Del resto da mesi l’ex sindaco di Salerno non fa sconti ai commissari di governo (oltre a contestare lo strumento dei poteri straordinari), accusati di aver emanato centinaia di decreti senza guardare ai reali bisogni del servizio sanitario. Polimeni e D’Amario, dal canto loro, hanno respinto al mittente le critiche puntando invece il dito contro la Regione e le Asl che ad oggi non hanno attuato molti dei decreti da loro firmati. È uno scontro istituzionale senza precedenti, che alimenta le incertezze e crea notevoli preoccupazioni tra gli operatori del comparto, i quali hanno piuttosto bisogno di chiarezza. A complicare la situazione sono, poi, le fibrillazioni esplose tra la Regione e il ministero della Salute. 

Come uscire da questo stallo? Se la soluzione dell’affidamento dei poteri commissariali a De Luca non viene considerata percorribile e se la convivenza tra il governatore e i commissari sembra impossibile, si tratta di cercare una terza via. Non si esclude nulla, neppure la sostituzione di Polimeni e D’Amario con altri tecnici, magari maggiormente graditi a Palazzo Santa Lucia. Sarebbe, questa, una possibile mediazione tra le istanze della Regione e la posizione del ministero della Salute, che al momento appare su questo tema assolutamente intransigente.

E il ritorno ai poteri ordinari? La deadline fissata da De Luca è la fine del 2017. Da Roma non si sbilanciano sui tempi, tuttavia chiedono risultati non solo sul versante dei conti ma anche su quello dei livelli essenziali di assistenza: in quest’ultimo caso l’impresa sarà più ardua perché la Campania è oggi fanalino di coda dell’Italia.

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