«Ogni anno settemila morti per le infezioni negli ospedali», forum a Napoli

«Ogni anno settemila morti per le infezioni negli ospedali», forum a Napoli
Lunedì 2 Luglio 2018, 11:06 - Ultimo agg. 13:02
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Settemila decessi all'anno, il doppio di quelli causati dagli incidenti stradali. Morbilità calcolata tra il 4% e il 9% di tutti i ricoverati. Quinta voce di risarcimento del danno in tutto il sistema assicurativo italiano. Sono solo alcuni dei numeri allarmanti del fenomeno delle infezioni ospedaliere, tema al centro di un Forum nazionale promosso a Napoli da Centro Studi Mediterranea Europa al quale hanno parteciperanno rappresentanti delle istituzioni ed esperti del settore. «Si tratta di un problema medico importantissimo, preoccupante sia dal punto di vista della tutela della salute che dei costi in termini di maggiori giornate di degenza e di terapie - sottolinea Massimo Clementi, prorettore del San Raffaele di Milano e preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Vita Salute, anticipando i temi della Lectio Magistralis che terrà oggi pomeriggio alle 17 all'hotel Terminus di Napoli. «Un primo tema da analizzare - osserva - è legato all'utilizzo eccessivo di antibiotici e all'aumento della resistenza alla loro azione. Va inoltre considerato che per le malattie umane viene utilizzato il 30% degli antibiotici prodotti, il restante 70% è usato in ambito veterinario, negli allevamenti. Questo comporta un inquinamento ambientale. In Italia, fortunatamente, abbiamo un sistema veterinario tra i migliori del mondo, ma il fenomeno va considerato globalmente». È necessario governare meglio l'evoluzione della medicina: progresso fondamentale che, però, porta con sé alcuni corollari da tenere bene sotto controllo. «Negli ultimi decenni c'è stato un incremento di terapie notevolmente efficaci nei confronti di molte malattie (neoplastiche, autoimmuni) che abbassano le difese immunitarie - spiega Clementi - Quindi questi metodi di cura sono efficaci per la malattia che combattono, e ciò è importante, ma contemporaneamente favoriscono le infezioni anche di micro-organismi che vivono con noi in una forma da commensale, ma quando si abbassano le difese immunitarie si favorisce l'infezione». Nel corso del forum sarà approfondita la gamma delle diverse soluzioni esistenti, individuate in particolare in una efficace ed immediata azione di disinfezione. Per Clementi «la decontaminazione ambientale è una modalità certamente fondamentale. Poi, va considerato il ruolo della biologia e della disinfezione. E' ormai acclarato che una disinfezione non corretta eseguita in ospedale incrementa esponenzialmente il numero di infezioni in tutti gli ambiti. Un altro aspetto è quello di un intervento microbiologico tempestivo. Ogni infezione acquisita in ospedale deve essere diagnosticata tempestivamente perché esistono infezioni sistemiche che a distanza di 12 ore dall'esordio hanno un rischio notevolmente aumentato e su questa circostanza si sta focalizzando l'attenzione della diagnosi microbiologica».
 
Anche Gaspare Saturno, numero uno del Centro Studi Mediterranea Europa sottolinea la gravità di un problema che colpisce circa 500mila italiani. «Una percentuale che oscilla tra il 5% e il 17% dei pazienti ospedalizzati contrae un'infezione ospedaliera. Per il 3% di questi il decorso è letale. Si tratta di numeri che devono necessariamente essere ridotti». All'incontro parteciperanno anche Raffaele Del Giudice (vice sindaco di Napoli), Domenico Falco (presidente del Corecom Campania), Roberto Lombardi (dipartimento Innovazioni Tecnologiche dell'I.N.A.I.L.), Maria Galdo (Società Italiana Farmacisti Ospedalieri), Stefania D'Auria (Hcrm - Hospital & Clinical Risk Managers), Oreste Caporale (dirigente medico del dipartimento igiene e medicina del lavoro e prevenzione, Azienda Universitaria Federico II di Napoli), Maria Rosaria Esposito (Anipio, Società Scientifica Nazionale Infermieri Specialisti nel Rischio Infettivo) Nicola Ammaccapane e Gennaro Carrino (vicepresidente e segretario generale del Centro Studi Mediterranea Europa).
 
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