Fecondazione eterologa, Lorenzin: sarà a carico dello Stato. Massimo 10 nati da un donatore

Fecondazione eterologa, Lorenzin: sarà a carico dello Stato. Massimo 10 nati da un donatore
Martedì 29 Luglio 2014, 17:31 - Ultimo agg. 30 Luglio, 17:43
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La fecondazione eterologa sarà a carico del Servizio sanitario nazionale. Lo ha detto il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, in audizione in commissione Affari sociali alla Camera.



La Fecondazione eterologa «sarà inserita nei Livelli essenziali di assistenza in sede di prossimo aggiornamento», ha detto il ministro, sottolineando che, quindi, occorre prevedere una «quota del Fondo sanitario nazionale per permettere la procreazione assistita eterologa nei centri pubblici: l'obiettivo - ha spiegato - è mettere le Regioni ed i centri nelle condizioni di partire con l'eterologa».



Per quanto riguarda i tempi, le Regioni potranno partire, appena sarà approvato il decreto legge» in materia che, ha assicurato il ministro, «presenterò prima della pausa estiva».



Sarà possibile la "doppia eterologa", cioè la possibilità che entrambi i componenti della coppia siano sterili e richiedano gameti da donatore, ha poi affermato il ministro della Salute. Al Gruppo di lavoro composto da esperti e presidenti di Società scientifiche e nominato dal ministero, ha spiegato Lorenzin, «si è convenuto che la sentenza» della Corte Costituzionale - che ha bocciato il divieto di eterologa della Legge 40 - «non esclude la doppia eterologa».



«È prevista età minima e massima differenziata per donatori e donatrici: potranno donare uomini di età compresa fra 18 e 40 anni e donne fra 20 e 35 anni», ha affermato il ministro della Salute, spiegando che «all'aumentare dell'età dei donatori aumentano i fattori di rischio genetici e, in particolare per le donne, diminuisce la fertilità; l'età minima differenziata - ha precisato - è dovuta a un differente sviluppo dell'apparato sessuale».



«Il numero massimo di nati da uno stesso donatore è dieci, a livello nazionale, con deroga se una famiglia con figli già nati da eterologa chiede un altro figlio con stesso donatore», ha detto ancora il ministro. La "ratio" di «un limite massimo - ha spiegato il ministro - è quella di evitare che ci sia un numero eccessivo di figli dallo stesso donatore, riducendo al minimo possibili unioni inconsapevoli fra nati da eterologa: l'ipotesi più ragionevole - ha precisato - è quella di contare nati o famiglie, avendo la possibilità di bloccare il donatore una volta raggiunto il limite massimo stabilito, ed eventualmente distruggere i gameti ancora disponibili». Per fare questo, ha sottolineato Lorenzin, «è necessario collegare le raccolte di gameti da ogni singolo donatore, la loro distribuzione alle coppie riceventi e i nati da quel donatore».



La donazione dei gameti «deve essere volontaria e gratuita: permessi lavorativi, costi vivi ed eventuali rimborsi saranno in analogia a quanto già avviene per donatori di midollo osseo», ha affermato poi il ministro. «Non sarà possibile - ha spiegato - importare (o esportare) gameti da centri o banche di tipo profit, analogamente a quanto già avviene per organi, cellule e tessuti nel nostro paese».



I donatori, ha spiegato, ha affermato ancora Lorenzin, «non potranno percepire alcuna forma di pagamento, diretto o indiretto». Tuttavia, ha precisato il ministro, «altro è il concetto di rimborso di spese effettive e permessi lavorativi, così come va tenuto conto dei costi vivi della donazione, ad esclusione del pagamento del donatore: per tutti questi aspetti si può far riferimento al modello già esistente per donatori di quello che è comunemente chiamato midollo osseo».