Errori medici, fuga dalle polizze:
risarcimenti da primato nella Sanità

Errori medici, fuga dalle polizze: risarcimenti da primato nella Sanità
di Maria Pirro
Venerdì 2 Novembre 2018, 11:11 - Ultimo agg. 17:54
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I danni da errore medico quest'anno costano 921 milioni. La spesa media a risarcimento è di 88.198 euro. Secondo l'ultimo rapporto Marsh, il nono compilato da uno dei più importanti broker assicurativi in Italia, i casi di malasanità più frequenti sono relativi all'attività chirurgica (34,9 per cento) seguiti dagli errori diagnostici (18,5), da quelli terapeutici (9,4), dalle cadute accidentali (10,3), dalle infezioni (5,9) e dagli errori da parto (3,9). E le denunce continuano ad aumentare, soprattutto al Sud, ma anche quando i pazienti sono in grado di documentare il danno subito, i processi sono lunghi e costosi. Francesco Carraro e Massimo Quezel, autori di Salute Spa, avvisano: «Il sistema delle polizze è una giungla, ogni Regione si muove in ordine sparso e si aggiungono altri motivi di allarme».

L'ANALISI
Nel libro-inchiesta edito da Chiarelettere, i professionisti, entrambi da tempo impegnati nel difendere i diritti dei cittadini danneggiati e non risarciti, esaminano gli effetti della legge Gelli-Bianco che da marzo 2017 riordina il settore. In particolare, la legge istituisce l'osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità (ma a costo zero) e, tra i provvedimenti, introduce misure di mitigazione del rischio, l'obbligo di assicurazione (o di analoghe misure) per gli operatori sanitari e le strutture sanitarie pubbliche e private, ridefinisce la stessa responsabilità dei medici. A distanza di 19 mesi, tuttavia, mancano alcuni fondamentali decreti attuativi come quello che deve stabilire i criteri per le auto-assicurazioni da parte delle Regioni che intendono provvedere a pagare con fondi pubblici risarcimenti dovuti a malpractice medic anziché sottoscrivere una polizza contro il rischio clinico. «Ma, la scelta di non assicurarsi e fare da sé, già presa da molte Regioni e Asl nel nostro Paese, che preferiscono non pagare premi annuali considerati troppo esosi (normalmente, tra i 50 e gli 80 milioni), con il passare degli anni, potrebbe rivelarsi insostenibile economicamente».

 

LA CAMPANIA
Il monitoraggio realizzato nella regione segnala che tante, troppe aziende ospedaliere e sanitarie sono inadempienti in materia di trasparenza. Solo sei su quindici, meno della metà, pubblicano chiaramente online, e in maniera subito fruibile, i documenti sulle procedure adottate per ridurre il rischio clinico, come previsto dalle nuove norme. Le pagine web più accurate sono quelle del Policlinico Vanvitelli, ma quasi nessun altro sito mostra l'elenco obbligatorio dei sinistri registrati in corsia. Problema nel problema: «Le assicurazioni che si occupano di coprire la responsabilità dei medici non vogliono più impegnarsi in questo settore, perché lo ritengono un mercato in perdita», prosegue Quezel, che nel 2001 ha fondato un network nazionale di studi di consulenza in materia di risarcimento danni. Il patrocinatore stragiudiziale sottolinea che è in atto una contrazione dei finanziamenti che arrivano dallo Stato, ma non solo: «Una struttura sanitaria su tre nel Paese si è già vista rifiutare il rinnovo della polizza, nel 48 per cento dei casi a causa del cattivo andamento».

LE PROSPETTIVE
La situazione appare preoccupante nel Mezzogiorno proprio perché le denunce sono decisamente più numerose. «Il sistema di tutele e garanzie può saltare, perché non rende abbastanza. Ciò che fa guadagnare è invece il nuovo eldorado della sanità integrativa», aggiungono gli autori di Salute Spa. «E questo accade perché lo Stato ha lavorato di cesoia proprio sul fronte del finanziamento al sistema sanitario nazionale. La spesa annua ammonta oggi a circa 114 miliardi, ma è cresciuta di appena lo 0,6 negli ultimi dieci anni». Al contrario, la spesa cosiddetta out of pocket, cioè quella privata sostenuta dagli italiani, raggiunge ora i 38 miliardi: è cresciuta del 9,6 per cento solo negli ultimi cinque anni. E solo 13 cittadini su cento al momento hanno una polizza sanitaria: si capisce le potenzialità del business.
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