Da Capri la proposta Gisa per contrastare l'antibiotico, esperti e medici a confronto

Da Capri la proposta Gisa per contrastare l'antibiotico, esperti e medici a confronto
di Mariano Della Corte
Venerdì 5 Ottobre 2018, 12:56
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CAPRI - «Il decalogo Gisa – Un patto per la salute». Entra nel vivo quest’oggi la tre giorni di conferenze – dal 4 al 6 Ottobre - presso l’Hotel la Palma, organizzata dalla Capri Med di Marianna Vertecchi, sulle infezioni batteriche ospedaliere e l’accesso ai “nuovi antibiotici”. Il Gruppo italiano per la stewardship antimicotica (GISA) ha promosso infatti a Capri un confronto a tutto campo tra tutti i soggetti interessati al problema delle infezioni da microrganismi multi-resistenti. I dati recenti descrivono una situazione ancora allarmante nel nostro Paese, con complicanze e morti, evitabili mettendo in pratica semplici regole di igiene, diagnosi rapida, accesso agevolato ai nuovi antibiotici (con lotta all’abuso di quelli esistenti) e ai vaccini. Esempi virtuosi arrivano dalle regioni Campania e Toscana, ma c’è ancora molto da fare.

Le infezioni ospedaliere spaventano più di molte malattie. Su 9 milioni di ricoverati negli ospedali italiani, ogni anno si registrano da 450mila a 700mila casi di infezioni ospedaliere. L’impatto economico del fenomeno è stimabile in circa 1 miliardo di euro all’anno, cifra che grava sul bilancio sanitario e che viene quindi sottratta ad azioni di prevenzione e a risorse per il corretto utilizzo dei nuovi antibiotici.

La resistenza agli antibiotici da parte di alcuni microrganismi rappresenta un ulteriore problema che nasce da un uso inappropriato degli antibiotici stessi.

Per questo il Gruppo italiano per la stewardship antimicrobica (Gisa) avanza alcune proposte per migliorare l’utilizzo degli antibiotici, per favorire l’accesso a quelli di nuova formulazione diminuendo l’uso inappropriato, perciò inutile, degli stessi, e per ridurre il rischio infettivo dei pazienti in ospedale. Questo può avvenire a partire da una maggiore attenzione alle buone pratiche assistenziali, dalla necessità di promuovere le vaccinazioni tra gli adulti e tra gli operatori ospedalieri, dal potenziamento dei servizi di microbiologia e da un forte coinvolgimento dei farmacisti ospedalieri.
 
 

Dopo la pubblicazione del Decalogo Gisa per il corretto uso degli antibiotici, oggi a Capri gli specialisti hanno fatto il punto sulla situazione attuale nel nostro Paese, mettendo l’accento su nuove proposte per contrastare l’antibiotico-resistenza.

«Oggi i nuovi antibiotici non sono considerati, a rigore di definizione, farmaci innovativi, in quanto rappresentano una evoluzione di farmaci già esistenti.  Non godono quindi di percorsi che ne favoriscano un rapido e facile accesso e non hanno allocazione di risorse dedicate – afferma il professor Francesco Menichetti, presidente Gisa –; la necessità di accedere a questi nuovi farmaci impone una revisione delle regole».

Fattore determinante per contrastare l’antibiotico-resistenza è la lotta alle infezioni ospedaliere, per cui l’Italia rimane maglia nera in Europa.

«Nel nostro Paese il livello di antibiotico-resistenza è fra i più elevati d’Europa, con una percentuale annuale di pazienti infetti fra il 7 e il 10%. Esistono sistemi di rilevazione dell’antibiotico - resistenza abbastanza puntuali e che ci confermano che la situazione non è buona, soprattutto per quanto riguarda i germi Gram Negativi – aggiunge il professor Giovanni Rezza, Direttore Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità -. Uno dei fattori determinanti per ridurre le infezioni ospedaliere è limitare l’uso, spesso improprio, degli antibiotici».
 
Secondo un'indagine presentata la scorsa settimana da Assosalute, l’antibiotico è la prima soluzione per il 15% degli italiani per bloccare l’influenza. Teoria errata, visto che gli antibiotici contrastano i batteri e non i virus, e la loro azione può essere pericolosa per la possibilità di alterare la flora batterica delle prime vie respiratorie, con l'eventualità di favorire una superinfezione da parte di un microrganismo resistente.

«Ancora troppo spesso gli antibiotici vengono utilizzati impropriamente, visto che per curare l’influenza l’antibiotico non serve – ricorda Pierluigi Lo Palco, professore di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Pisa - Ed è l’utilizzo improprio a far scattare le resistenze batteriche.  Per questo è fondamentale vaccinarsi ed è importante che si vaccinino gli operatori sanitari».

Obiettivo dell’incontro, che si concluderà domani, è sollecitare le sinergie dei livelli tecnico-scientifici ed istituzionali a stipulare un nuovo “Patto per la Salute” che passi dalle parole ai fatti.
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