«Cancro da amianto, è strage di marittimi: 1.600 vittime sulle navi»

«Cancro da amianto, è strage di marittimi: 1.600 vittime sulle navi»
di Gigi Di Fiore
Lunedì 22 Ottobre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 14:28
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Navi killer. Costruite con amianto, prima che diventasse fuorilegge 24 anni fa. Navi killer, come i cacciatorpedinieri Ardito e Audace, costruiti nel 1971 e in disarmo dal 2005. L'associazione Contramianto ha stimato, tra il 1997-2012, 653 casi di mesotelioma tra personale civile, marinai e macchinisti navali, aggiunti a 1123 tumori polmonari alla trachea e alla laringe. E da qualche anno, anche agli uomini di mare, che hanno navigato o sono venuti in contatto nei cantieri e nei porti con imbarcazioni che contenevano amianto, è stato riconosciuto questo particolare rischio lavorativo.
 
«Per la strage di marittimi causata dall'esposizione alla fibra killer a bordo, abbiamo deciso di costituire uno sportello amianto a Piano di Sorrento» annuncia Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio nazionale amianto. L'osservatorio raccoglierà dati e segnalazioni, per affiancare le famiglie delle vittime nelle cause di risarcimento. Lo sportello ha avuto l'appoggio del sindaco di Piano di Sorrento, Vincenzo Iaccarino. Da quando il rischio amianto è stato riconosciuto per legge, con tutele particolari anche sui prepensionamenti, i marittimi sono stati però meno garantiti di altri. Eppure, proprio nel settore marittimo, civile e militare, le morti legate al contatto con l'amianto sono state 1600, da aggiungere a 298 portuali.

«La gente di mare, sottoposta a particolare stress psicofisico, ha difficoltà a vedersi riconosciuti i benefici previsti per il rischio amianto - spiega Giovanni Guerisoli, già presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps - Le norme del 2004 chiedono il curriculum lavorativo per ottenere i benefici, che per i marittimi non sempre è agevole ottenere dai datore di lavoro sui periodi di imbarco».

In 30mila non sono riusciti ad ottenere la certificazione. E sono rimasti in sospeso.

Qualche anno fa, il pm torinese Raffaele Guariniello si occupò di 223 casi di marinai morti per tumori collegati all'amianto. Erano fuochisti, motoristi, caldaisti. I più esposti risultarono gli addetti alle centrali termiche delle imbarcazioni coibentate in amianto. Un'inchiesta analoga venne avviata anche a Padova, dove furono acquisite ben 400 cartelle cliniche di marinai morti. Nei fascicoli, c'era la testimonianza di un capitano in pensione, che raccontò: «Durante la navigazione, vedevamo spesso nuvole bianche sprigionarsi dai manicotti nella zona delle caldaie. Anche le piastre su cui si cucinava contenevano amianto e, quando si sfaldava in navigazione, le giravamo per poter cucinare dall'altra parte. A me è andata bene, ad altri no».

Tina Leone, vedova di un ufficiale morto per tumore ai polmoni, dichiarò: «Sono in attesa di giustizia da tempo, mio marito era orgoglioso di indossare la sua divisa». Proprio a Padova sono stati riconosciuti i primi due risarcimenti, per tumori ritenuti collegati al lavoro su navi che contenevano amianto: 700mila euro. Dicono al Cocer Marina, l'organo di rappresentanza dei militari: «Sono stati risarciti almeno 71 militari e due civili, dipendenti della Marina».

Pochi giorni fa, alla Commissione Lavoro della Camera, tutti i deputati hanno firmato una risoluzione per riconoscere il diritto al prepensionamento ai marittimi esposti per anni al rischio amianto. Hanno firmato tutti: Movimento 5 Stelle, Pd, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega. Il libro bianco dell'Osservatorio nazionale amianto cita, per il settore marittimo non militare, di 395 casi di mesotelioma con decessi al 95 per cento. In 40 casi, si tratta di marittimi campani. Dice il presidente Ezio Bonanni: «Nel dossier, con dati rilevati dalle strutture sanitarie e dall'Inps, sono elencati 800 morti per cancro polmonare, 600 casi di altri tumori delle vie aeree e gastrointestinali con 300 decessi. E poi, ancora, 200 casi di asbestosi, di cui 100 mortali».

Sono dati, confermati anche dal sesto Rapporto mesoteliomi, che fanno arrivare alle 1600 vittime totali tra i marittimi esposti al rischio amianto su navi costruite prima del 1994. Ricordano all'Osservatorio nazionale amianto: «In una prima fase, i lavoratori marittimi, si erano visti esclusi dal riconoscimento dei benefici di legge legati a questo rischio. È stata per prima la corte d'appello di Trieste a stabilire che anche i lavoratori del mare dovevano essere considerati come altri, nel rischio di aver navigato su imbarcazioni contenenti questo materiale cancerogeno».
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