Vaccini, De Luca ferreo: niente
voucher nido a chi non è in regola

Vaccini, De Luca ferreo: niente voucher nido a chi non è in regola
di Ettore Mautone
Lunedì 6 Agosto 2018, 09:10 - Ultimo agg. 10:45
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Il rinvio di un anno (al 31 marzo del 2019) dell'obbligo sui vaccini, proposto dal Movimento 5 Stelle e Lega, approvato nei giorni scorsi come emendamenti al decreto Milleproproghe, dopo aver provocato la levata di scudi dei medici compatta anche il fronte dei Governatori, in maggioranza contrari alla marcia indietro del governo sulla legge Lorenzin e che, per voce di Antonio Saitta, coordinatore della commissione Salute della Stato-Regioni, sono pronti a ricorrere alla Consulta. Il testo, in deroga transitoria alla legge Lorenzin, prevede appunto che per la frequenza del prossimo anno scolastico 2018-19 basterà l'autocertificazione, ovvero una dichiarazione sostitutiva delle vaccinazioni effettuate, da presentarsi alle scuole. In ogni caso, ha già precisato la ministra Grillo, «la mancata presentazione della documentazione non comporterà la decadenza dell'iscrizione scolastica». L'obbligatorietà ha dato buoni frutti soprattutto al Sud. La Campania ad esempio, da anni largamente sotto gli obiettivi minimi fissati dalle autorità sanitarie nazionali ed europee, in un solo anno ha raggiunto e superato la soglia minima di vaccinati del 95% andando oltre la media nazionale.

LA CAMPANIA
«Esprimo netta contrarietà al rinvio dell'obbligo sui vaccini ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca - che rischia di determinare un danno enorme alla salute dei più fragili e, soprattutto, di fare arretrare una battaglia che ci ha visti impegnati con determinazione per raggiungere obiettivi di sicurezza per i nostri bambini». La Campania annuncia inoltre la possibilità di emanare norme legislative autonome in relazione alla necessità di mantenere gli obiettivi di salute pubblica fissati dai programmi operativi del Piano di rientro e oggetto di valutazione ai fini del punteggio Lea (Livelli essenziali di assistenza). «Intanto dicono da Palazzo Santa Lucia - partirà un'ulteriore verifica dell'Anagrafe vaccinale. Le famiglie inadempienti saranno escluse da misure sociali di sostegno di competenza regionale, a cominciare dal contributo per gli asili nido».

NIENTE VOUCHER
De Luca fa riferimento ai 9,4 milioni di euro messi a bando a febbraio scorso e destinati al sostegno economico delle famiglie (sotto forma di voucher), con figli al di sotto dei 36 mesi che usufruiscono dei posti nido. Finanziamenti aggiunti ai 28.8 milioni di euro destinati tra l'altro alla costruzione e gestione di nuove strutture e posti nido. L'erogazione dei 9.4 milioni per i voucher di servizio è affidata agli Ambiti territoriali sociali con l'obiettivo di sostenere le famiglie meno abbienti e favorire la conciliazione della vita familiare con l'attività lavorativa. Un semaforo rosso a questi aiuti che verrebbe giustificato dalla necessità di proteggere la popolazione infantile dalla diffusione di malattie infettive.

 

LE ALTRE REGIONI
Ma De Luca non è l'unico ad assumere connotati molto critici sulla decisione del governo. «La proroga dell'obbligo vaccinale afferma Antonio Saitta assessore alla Sanità del Piemonte e coordinatore della commissione Salute della Stato-Regioni esclude dal confronto le Regioni. La Sanità non è materia esclusiva dello Stato, serve un'intesa. La proroga è un passo indietro. Lavoriamo perché non passi in parlamento. Altrimenti saremo costretti a ricorrere alla Consulta. I vaccini non sono un fatto burocratico conclude Saitta ma il più importante presidio di prevenzione e salute pubblica. Consentono di ridurre malattie gravi e mortali e in alcuni casi di eliminarle e si giovano di una cultura che coltivi il loro utilizzo. La proroga è un pessimo segnale per chi ha deciso di vaccinare i propri figli, che sono la stragrande maggioranza».
LA NUOVA LEGGE
Con l'approvazione definitiva degli emendamenti è intanto diventata superflua anche la circolare del ministro Grillo recentemente emanata che, per sua natura, non poteva intervenire cancellando una legge dello Stato. I Governatori hanno ben presente che l'obiettivo di queste modifiche è prender tempo fino a settembre quando giungerà in Aula il disegno di legge di iniziativa parlamentare annunciato da M5S e Lega, che dovrebbe riformare le attuali norme sulla obbligatorietà».
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