Ue, nuovo vertice senza l'Italia
Il gelo di Renzi: «Basta austerity»

Ue, nuovo vertice senza l'Italia Il gelo di Renzi: «Basta austerity»
di David Carretta
Sabato 24 Settembre 2016, 08:06 - Ultimo agg. 26 Settembre, 00:06
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BRUXELLES Un vertice a tre, tra Angela Merkel, François Hollande e Jean-Claude Juncker, a margine di un evento degli industriali, rischia di rilanciare le polemiche sul direttorio franco-tedesco determinato a guidare l'Unione Europea dopo la Brexit, senza coinvolgere altri partner importanti come l'Italia. L'appuntamento è per mercoledì a Berlino, dove la cancelliera tedesca, il presidente francese e quello della Commissione parteciperanno alla Europan Round Table of Industrialist, un forum che raggruppa 50 dirigenti di grandi multinazionali europee. Dall'esecutivo comunitario minimizzano. «È un evento annuale e il presidente Juncker vi parteciperà per la terza volta», ha spiegato una portavoce del presidente della Commissione: «L'incontro a tre sarà dedicato esclusivamente allo sviluppo dell'agenda digitale». Anche Berlino ha ridimensionato la portata politica del mini-vertice: un incontro ordinario con gli industriali in cui «si discuterà di innovazione e competitività in Europa e della sfida della digitalizzazione», ha spiegato il portavoce della cancelliera.

Ma, dopo la conferenza stampa congiunta tra Merkel e Hollande a Bratislava, l'esclusione di Matteo Renzi rafforza l'impressione che la coppia franco-tedesca voglia dettare l'agenda dell'Ue per i prossimi mesi a danno delle priorità politiche dell'Italia. Il presidente del Consiglio, in un'intervista al Washington Post, ha ribadito le critiche espresse subito dopo il vertice di Bratislava. Nel dopo-Brexit l'Ue è «senza visione. Abbiamo bisogno di una strategia per il prossimo anno e il prossime decennio», ha avvertito Renzi che ieri avrebbe reagito in maniera gelida alla nuova esclusione. Sarebbe necessario fare come gli Usa, dove con gli stimoli all'economia il presidente Obama «ha ottenuto risultati concreti in termini di creazione di nuovi posti di lavoro». Invece l'Ue «ha deciso una strategia diversa: si è concentrata sull'austerità, che è stato un errore cruciale», ha detto il presidente del Consiglio. Quanto alla possibilità di affiancare Merkel e Hollande nel direttorio, il «problema è se la Germania lo accetta o meno».

LE CRITICHE
Renzi è poi tornato alla carica all'inaugurazione del museo Ducati («le politiche di austerity non servono a niente e fanno male») e su Facebook (l'Ue «non può essere l'ostacolo alla sicurezza dei nostri figli»). Secondo una fonte brussellese, l'irritazione di Renzi è «comprensibile». Il vertice di Bratislava ha prodotto una road map poco ambiziosa, il cui obiettivo è preservare l'unità con i paesi dell'Est ed evitare discussioni controverse in un anno elettorale per Austria, Olanda, Francia e Germania. Le priorità dell'Italia non solo sono finite in secondo piano: in molti casi, Renzi è costretto ad assistere ad una marcia indietro sulla base dalle esigenze della Germania, della Francia o dei paesi dell'Est. In economia, Juncker ha più volte ribadito che il Patto di Stabilità non deve trasformarsi in un «patto di flessibilità» come sostengono i tedeschi. Sui migranti, il presidente della Commissione ha abbandonato l'idea di quote obbligatorie nella riforma di Dublino perché «la solidarietà non può essere imposta» ai paesi dell'Est. L'ultimo schiaffo è arrivato ieri a Bratislava sull'accordo commerciale con gli Stati Uniti, che doveva essere concluso sotto la presidenza Obama. Francia e Austria hanno chiesto la sospensione dei negoziati sul Tttip. I ministri del Commercio di fatto hanno deciso una pausa.