Torna il ministro del Mezzogiorno: tocca a De Vincenti

Torna il ministro del Mezzogiorno: tocca a De Vincenti
di Gigi Di Fiore
Martedì 13 Dicembre 2016, 09:30 - Ultimo agg. 09:31
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Quella parola, Mezzogiorno, ricompare in una delega ministeriale. Una novità, un nuovo segnale, affidato a Claudio De Vincenti, professore universitario, economista, uomo di governo ormai da cinque anni, prima con Mario Monti e poi con Matteo Renzi. Un docente, che conosce a fondo le politiche economiche e gli uomini che le governano in più palazzi.

È sua la delega al Mezzogiorno, unita alla Coesione territoriale. Un ministero, come si dice in gergo, «senza portafoglio» privo di capacità di spesa e bilancio autonomo. Insomma, un ministero che non ha possibilità di interventi diretti, ma di grande significato politico. «Il Paese si è rimesso in moto ma in una parte di esso l'emergenza lavoro resta drammatica», ha spiegato il premier. E, prima di entrare al Quirinale per giurare, lo ha riconosciuto lo stesso De Vincenti: «La mia nomina riconosce l'importanza che questo governo dà al tema Mezzogiorno. Speriamo di cavarcela».

Fino al 1993, quando venne abolito, il ministero si chiamava «per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno». Era collegato, fino alla chiusura, ai progetti e ai finanziamenti affidati alla Cassa per il Mezzogiorno. Fu il professore Beniamino Andreatta, fine economista Dc, l'ultimo giapponese del dicastero, che stava per lasciare il passo ad altre filosofie e visioni del Sud solo negative. Stava per nascere la «questione settentrionale» che, nei governi appoggiati dalla Lega nord, soppiantò quella che veniva considerata la logora e abusata «questione meridionale».
Il risultato fu l'assenza del Sud nelle agende dei governi successivi al 1993. Con Matteo Renzi, nell'agosto del 2015 sembrava matura la rinascita di un ministero per il Mezzogiorno. Ma, su questo obiettivo, gli accordi politici non furono mai raggiunti. Ne derivò un surrogato, la «Nuova officina per il Sud», organismo di coordinamento delle politiche per il Mezzogiorno. Un fantasma, nelle cronache e nelle attività concrete.

Ma in tutte le iniziative del governo Renzi al Sud, è stato sempre presente De Vincenti, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Alla firma dei patti per il Sud con i governatori regionali e i sindaci della aree metropolitane, alle inaugurazioni di opere infrastrutturali come alcuni tratti della Salerno-Reggio, alle iniziative su attrattori turistici come la reggia di Caserta, o gli scavi di Pompei. Senza contare le mediazioni nelle grandi crisi industriali, come all'Ilva di Taranto, o alla Fiat di Termini Imerese. Se i controlli sulle spese, le erogazioni dei fondi strutturali e l'occhio vigile sui finanziamenti concessi restano sempre al ministro Padoan, il nuovo ministero potrà dire la sua sulle politiche che riguardano il Sud. Si vedrà se De Vincenti parteciperà alla sbandierata inaugurazione dell'ultimo tratta della Salerno-Reggio fissata per questo mese. Da un professore, Andreatta, ad un altro professore, De Vincenti. I margini di intervento e il peso nel governo sono diversi. Ma il nuovo ministero appare una risposta politica agli appelli ripetuti del presidente Sergio Mattarella sull'attenzione da riservare al Sud. Bisognerà vedere, ora, con quali strumenti concreti.
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