Gasdotto Tap, tutto pronto: M5S cede. La ministra Lezzi: «Fermarlo costerebbe troppo»

Gasdotto Tap, tutto pronto: M5S cede. La ministra Lezzi: «Fermare costerebbe troppo»
Gasdotto Tap, tutto pronto: M5S cede. La ministra Lezzi: «Fermare costerebbe troppo»
di Marco Conti
Martedì 16 Ottobre 2018, 08:55 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 09:35
3 Minuti di Lettura
ROMA Dopo l'Ilva, la Tap. Mesi di contorsioni, stop and go, ricorsi e manifestazioni, non sembrano riuscire a fermare il cantiere del gasdotto che, dopo la stagione estiva, è sul punto di riaprire. Ieri sera il premier Conte ha convocato a palazzo Chigi parlamentari nazionali e regionali pugliesi, del M5S nonché il sindaco di Melendugno Marco Potì. Obiettivo fare un po' di chiarezza sulle intenzioni del governo sul metanodotto visto che con due ordinanze la capitaneria di porto di Otranto ha già disposto una serie di misure a tutela del cantiere di San Foca poiché - si legge nell'ordinanza - «dal 1 ottobre al 31 dicembre 2019 Tap inizierà l'attività di costruzione per la sezione marina del progetto».

Al termine dell'incontro la ministra per il Sud, Barbara Lezzi, ha affermato: «Nelle prossimo 24-36 ore prenderemo una decisione, ma abbiamo le mani legate. Il costo per fermare l'opera sarebbe troppo alto, costo che per senso di responsabilità verso il Paese non possiamo permetterci».

In effetti tutto è pronto per l'avvio dell'opera che porterà gas dall'Azerbaijan all'Europa e che è già completata nella parte che riguarda la Grecia e l'Albania, mentre i lavori sono molto indietro in Italia. Al porto di Brindisi è pronta a salpare la nave Adhemar D/Snt Venant,che dovrà installare sul punto di uscita del microtunnel marino delle palancole verticali che dovranno disconnettere l'area da dove sbucherà la talpa del microtunnel con l'area marina circostante. Obiettivo proteggere l'ecosistema marino che per i comitati no tap sarebbe invece a rischio.

Il premier Conte, reduce dall'incontro a Washington con il presidente Usa Donald Trump, a luglio aveva concordato sull'opera «strategica» che l'amministrazione americana spinge per iniziare a sottrarre l'Europa dalla dipendenza energetica da Mosca. Non solo. Rassicurazioni sul rispetto dei tempi sono stati dati - sempre a luglio - dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi nel corso della visita che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha effettuato in Azerbajian. Sinora in Puglia Tap ha realizzato il pozzo di spinta per il microtunnel, mentre restano da costruire un chilometro e mezzo di tracciato del microtunnel e otto chilometri della pipeline che si connetterà al gasdotto nazionale. La prossima settimana Conte sarà a Mosca per incontrare Vladimir Putin che sulle esportazioni di gas in Europa fonda molto del suo potere geopolitico.

La pressione americana che punta a tenere alta la tensione con Mosca, e soprattutto l'alto costo che dovrebbe sopportare il bilancio pubblico per le azioni risarcitorie (circa 20 miliardi), rendono comunque molto costoso sfilarsi da un'opera contro la quale però il M5S ha raccolto consensi a valanga alle ultime elezioni politiche. La valutazione costi-benefici, promessa dal premier Conte agli amministratori locali, è stata quindi accelerata e ieri sera la ministra Lezzi, il ministro per l'Ambiente Sergio Costa e lo stesso presidente del Consiglio hanno fatto il punto con gli amministratori locali sul programma dei lavori. Alzando di fatto bandiera bianca. O quasi: «Ci saranno verifiche sulle cartografie», ha detto Costa a termine dell'incontro, «dobbiamo verificare se c'è stato eccesso di potere».

I TEMPI
Nei giorni scorsi era stata la stessa Lezzi a far capire che l'opera sarebbe andata avanti, seppur scaricando sull'alleato leghista la volontà di completare il gasdotto. Resta per il M5S il problema di come affrontare la reazione degli amministratori locali e dei vari comitati che hanno votato il Movimento. Deluso il sindaco di Melendugno Potì che ieri sera, prima di entrare a palazzo Chigi, ha sostenuto che «se il governo va avanti ci comporteremo come ci siamo comportati con il governo Pd». Per il sindaco «non ci sono documenti per fare il calcolo tra costi e benefici» e «non ci sta nessun accordo che preveda penali». Motivi questi, che hanno forse spinto il governo ad accelerare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA