Il voto siciliano allontana le larghe intese e radicalizza lo scontro

Il voto siciliano allontana le larghe intese e radicalizza lo scontro
di Marco Conti
Lunedì 6 Novembre 2017, 16:23
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Il voto siciliano insegna che gli elettori sono molto meno sprovveduti di quanto si pensi quando entrano in cabina. Occorrerà attendere un’analisi dei flussi più precisa, ma sono già evidenti alcune tendenze che hanno guidato il comportamento dell’elettore. Il voto disgiunto, ammesso dalla legge elettorale siciliana, ha spostato una buona massa di elettori che ha votato non solo seguendo il criterio dell’appartenenza, ma anche quella del “rischio più temuto”.

Un voto che molti elettori hanno “diviso” in due usandolo per metà a favore del proprio partito e per l’altra metà contro il candidato governatore più avversato. È così in Sicilia una parte dell’elettorato del Pd ha messo la croce sul simbolo, ma ha poi votato per il candidato M5S Cancelleri pensando di poter così sbarrare la strada al candidato del centrodestra Musumeci. Altrettanti “favori” gli ha ricevuti lo stesso Musumeci che ha avuto sin dall’inizio il non marginale vantaggio di essere considerato l’unico in grado di arginare i grillini. Da questa sorta di ballottaggio è stato escluso, sin dalla presentazione delle liste il rettore Micari. La frattura a sinistra, con la candidatura di Fava, lo ha fatto percepire subito come fuori dalla competizione di testa riservata al duo Musumeci-Cancelleri.

Un voto utile che potrebbe mobilitarsi anche alle elezioni di primavera e diventare la leva in grado di far saltare le ipotesi di larghe intese. Come? Il Rosatellum non consente il voto disgiunto. Sarà quindi importante come ogni singolo partito si muoverà per accreditarsi come argine all’uno o all’altro in modo da intercettare quella parte di elettorato marginale che vota più in funzione “anti” che “ pro”. Ma soprattutto conterà la capacità di mobilitare fette di elettorato che non hanno nessuna voglia di recarsi al seggio. E per farlo potrebbe risultare più facile mobilitare con argomenti “anti” i quali radicalizzeranno lo scontro rendendo il dopo voto molto, molto complicato.
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