Sgravi per chi assume al Sud, è braccio di ferro tra ministeri

Sgravi per chi assume al Sud, è braccio di ferro tra ministeri
di Francesco Pacifico
Martedì 23 Ottobre 2018, 08:59 - Ultimo agg. 24 Ottobre, 07:06
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Braccio di ferro tra il ministero per la Coesione e il Sud sulla decontribuzione ai nuovi assunti nel Mezzogiorno. Il titolare del dicastero, Barbara Lezzi, oltre a chiedere la conferma dello sgravio al 100 per cento per tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato che è in scadenza il prossimo 31 dicembre, vuole rendere strutturale la misura. Ma soprattutto vuole applicarla a tutti i lavoratori fino ai 45 anni. In via XX settembre, invece, avrebbero progetti diversi: su questo versante non vorrebbero andare oltre lo sconto Irap destinato alle aziende che prendono personale dal bacino dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Verrebbe mantenuto soltanto lo sgravio contributivo - ma a livello nazionale - del 50 per cento, che sarà in vigore per il prossimo biennio. Facile ipotizzare che le trattative andranno avanti fino all’ultimo giorno utile per la presentazione della manovra in Consiglio dei ministro. E non è detto che alla fine la Lezzi non la spunti e vinca le resistenze del Tesoro. 
I TIMORI DELLA LEGA
Non aiutano il clima i timori della Lega che il reddito di cittadinanza - soprattutto nel Mezzogiorno - potrebbe ridursi a una misura meramente assistenziale o le ultime polemiche sull’avanzamento della sanatoria edilizia a Ischia dopo il sisma. Ma dal ministero dell’Economia fanno presente che il Sud - citato appena pochissime volte nel Documento programmatico ed economico - sarà al centro della manovra. E ricordano che verrano confermati tutti gli stanziamenti previsti per le grandi opere nell’area (alta capacità tra Napoli-Bari, la velocizzazione della linea ferroviaria tra Battipaglia e Reggio Calabria o la Statale Jonica); che il reddito di cittadinanza dovrebbe coinvolgere soltanto nell’area oltre 2 milioni di persone in sofferenza (disoccupati, inoccupati o lavoratori nella soglia di incapienza); e che sul versante delle infrastrutture non poche risorse saranno destinate al Mezzogiorno col piano di manutenzione per le strade Anas (investimento complessivo di un miliardo) e con quello per mettere in sicurezza tutte le reti (valore di un altro miliardo). Sul versante del lavoro, però, l’unica misura alla quale guarda, finora, il Mef è uno sgravio sulla parte Irap da destinare agli imprenditori che assumono i beneficiari del reddito di cittadinanza. Ma la Lezzi vuole di più.
Il ministro per la Coesione e il Sud già nelle scorse settimane ha presentato un’articolata proposta sulla decontribuzione in via XX settembre: conferma dello sgravio al 100 per cento, che diventerebbe strutturale, innalzamento dell’età, allargamento della platea a chi è disoccupato da sei mesi e chi ha in scadenza il contratto a tempo determinato, e soprattutto, un finanziamento già stabilito in Finanziaria per i prossimi tre anni. Non c’è ancora una stima definitiva sulle risorse necessarie - si parla di 600 o 700 milioni all’anno - ma la Lezzi, come ha ripetuto anche incontrando i sindacati confederali la scorsa settimana, ha spiegato che si può finanziare con i fondi europei del Fse. Ma a quanto pare i tecnici del ministero, su questo punto, avrebbero idee diverse. Certo è che sommare alla decontribuzione al 100 per cento il taglio dell’Irap per chi assume dal bacino del reddito di cittadinanza, allargherebbe la platea dei beneficiari dello sgravio in un’area dove la disoccupazione è doppia rispetto alla media nazionale.
GLI INVESTIMENTI
Proprio incontrando i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, la Lezzi ha confermato che questa misura ci sarà. Ma nella manovra il ministro vorrebbe anche allargare il perimetro di Resto al Sud (l’età per accedere ai finanziamenti passerà da 35 a 45 anni) ed estendere l’applicazione della regola del 34 per cento. La norma, approvata nella scorsa legislatura, impone allo Stato e alle sue amministrazione di impegnare un terzo degli investimenti nel Mezzogiorno. Ma mancano gli ultimi decreti attuativi. Soprattutto si sta pure studiando, per esempio, come vincolare in questa direzione i maggiori spender dell’area (Ferrovie, Anas o Gse), anche se l’ipotesi avrebbe incontrato i dubbi di alcuni tecnici del ministero delle Infrastrutture. Intanto, e sempre sulla regola del 34 per cento, la Lezzi ha già annunciato la nascita di un fondo perequativo.
Parallelamente alla manovra il ministro per il Sud sta portando avanti il suo tavolo con le Regioni per recuperare i ritardi nella programmazione delle risorse comunitarie 2014-2020 ed è pronta a rimodulare gli interventi dei Patti per il Sud, considerati troppo frammentarie e con misure eccessivamente localistiche. Anche su questo versante l’evoluzione dei progetti lascia a desiderare: soltanto il 2 per cento dei progetti sarebbe partito.
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