Sex toy a rimborso, consigliera Pd ​assolta: «Non fu un reato»

Sex toy a rimborso, consigliera Pd assolta: «Non fu un reato»
Lunedì 22 Gennaio 2018, 17:34 - Ultimo agg. 23 Gennaio, 11:13
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Manca l'elemento psicologico del reato. Per questo motivo i giudici del tribunale di Bologna hanno assolto l'ex consigliere regionale Pd Rita Moriconi dall'accusa di aver messo a rimborso un 'sex toy', acquistato il 29 novembre 2010. La particolarità dell'acquisto da 83 euro, «che tanto ha appassionato anche la cronache giornalistiche», osservano i giudici, non sta soltanto nella tipologia dell'oggetto, ma anche nel fatto che furono presentate due diverse richieste di rimborso. Fu un collaboratore del gruppo ad assumersi ogni responsabilità, dicendo che si trattava di uno scherzo e che lo scontrino era stato, per errore, scaricato come spesa. «Non vi è dubbio - si legge in sentenza - che siano state presentate due richieste di rimborso per il medesimo bene e che l'imputato abbia di fatto vistato la richiesta del suo collaboratore così consentendo allo stesso di avere il duplice rimborso per una spesa estranea al ruolo». Ma si tratta «di un caso in cui, pur essendo oggettivamente non dovuto il rimborso della cifra, è certamente carente l'elemento psicologico del reato».

Altro rimborso curioso del gruppo dem, ma per cui non è stata ravvisata responsabilità penale, fu quello di un 1,40 euro per un bagno pubblico, del consigliere Thomas Casadei: «Si tratta di spesa davvero singolare da porre a rimborso, ma si deve rilevare che queste sono state effettuate nell'ambito di trasferte relative a impegni inerenti. Se l'imputato non avesse svolto quelle trasferte, non si sarebbe trovato nella necessità di utilizzare a pagamento quei bagni pubblici». Forse peculiare, dunque, ma giustificata.
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