Il presidente dell'Anci replica al ministro: «Basta scaricabarile sulle scuole a rischio»

Il presidente dell'Anci replica al ministro: «Basta scaricabarile sulle scuole a rischio»
di Marco Esposito
Venerdì 31 Agosto 2018, 12:00 - Ultimo agg. 15:11
4 Minuti di Lettura

Presidente Antonio Decaro, il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti ha invitato i sindaci a non chiudere le scuole in modo preventivo assicurando che le risorse per la messa in sicurezza degli istituti ci sono e arriveranno in modo celere. Soddisfatto?
«Solo in parte - risponde il sindaco di Bari e numero uno dell'Anci - perché apprezzo le buone intenzioni ma intanto è ben evidente un problema di risorse e di scadenze».

Partiamo dalle scadenze. Quella per i certificati dei vulnerabilità sismica delle scuole scadeva oggi ed è stata rinviata al 31 dicembre. Auspica forse altre proroghe?
«La proroga non nasce da un nostro ritardo ma dalla lentezza con la quale sono stati assegnati i fondi per le indagini di vulnerabilità sismica e le progettazioni degli interventi. Sono arrivate richieste da quattromila comuni e i 150 milioni copriranno i fabbisogni di 1600 comuni. Mi sembra evidente che sui tempi non ci siamo e anche il 31 dicembre è troppo vicino».

A settembre il ministro metterà in rete le certificazioni di sicurezza per tutti gli edifici scolastici e si sa che in molti casi mancano proprio le documentazioni. A quel punto scatteranno le pressioni dei genitori per chiudere le scuole senza certificato anti incendio o di vulnerabilità sismica?
«Bussetti ha chiarito che l'assenza di un certificato non equivale a una struttura insicura. Ma è evidente che quei certificati vanno prodotti. Parliamo di quello più delicato: la vulnerabilità sismica. Una volta ottenute le valutazioni, per chi riuscirà a effettuarle entro il 31 dicembre di quest'anno, se scopriamo che molti edifici non arrivano al parametro di sicurezza di 1 cosa facciamo? A Grosseto la Cassazione ha disposto la chiusura di una scuola con indice di 0,985. Cosa facciamo? Dopo l'Epifania ci troviamo migliaia di istituti scolastici chiusi?»
 
Lei cosa propone?
«Serve un piano serio per la sicurezza. Con una norma che dica in base all'indice di vulnerabilità cosa si deve fare. Oggi la norma dice solo che con un indice di 0,8 c'è l'obbligo di programmare un intervento. Di programmare, chiaro? Ma nel frattempo il sindaco cosa deve fare? Chiudere come a Grosseto? Lasciare aperto e rischiare una condanna? Così è uno scaricabarile».

Quindi chiede una norma che indichi caso per caso quando chiudere, quando limitare l'attività e così via.
«Esatto. Decidiamo una tempistica, stabiliamo le regole per definire la fase transitoria e individuiamo le risorse non solo per fare le certificazioni, ma per effettuare gli interventi e, nel frattempo, non lasciamo il singolo sindaco, soprattutto nei Comuni più piccoli, di fronte alla scelta se chiudere o meno. Il gioco del cerino non ci piace, ma neppure ci spaventa perché noi il cerino lo sappiamo restituire».

Cioè, uscendo di metafora?
«Io sindaco sono responsabile della Protezione civile nella mia Bari. Posso chiedere allo Stato le certificazioni di vulnerabilità sismica per caserme, tribunali, uffici della Prefettura. Così come posso chiederle per gli ospedali e per tutti gli edifici pubblici. I sindaci sono ottomila, non otto, e siamo piuttosto arrabbiati, per non usare un'altra parola, di fronte a certe richieste, come il rapporto su tutte le opere pubbliche da presentare in dieci giorni in risposta al disastro di Genova. Stiamo parlando di questioni serie per la sicurezza di tutti e noi siamo pronti a dare tutta la nostra collaborazione e il nostro impegno; ma basta con le scadenze propagandistiche».

Però le condizioni dell'edilizia scolastica sono note da tempo, Genova c'entra poco.
«In questi anni ci sono stati degli incagli, è evidente. Ci sono Regioni in ritardo con i piani di recupero dell'edilizia e a mio parere andrebbero esercitati i poteri sostitutivi dello Stato. Lo stesso Stato, però, non ha nemmeno trovato il tempo di emanare il decreto attuativo che individua i criteri per la vulnerabilità sismica».

Ora c'è un governo fresco di conio.
«Vero.

Al ministro Bussetti ho già avuto modo di segnalare le criticità e di fare delle proposte concrete, di cui si sta discutendo nei tavoli tecnici. La prossima settimana, spero il 6 settembre, dovremmo raggiungere un accordo in Conferenza unificata. Giusto quindi cambiare passo ma evitiamo di farci del male da soli, prevedendo termini, come il 31 dicembre per le certificazioni sismiche, che sono sicuramente troppo stretti e che ci farebbero trovare in una situazione critica a metà anno scolastico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA