Renzi: con Ue un film già visto, vinceremo la partita come con la flessibilità

Renzi: con Ue un film già visto, vinceremo la partita come con la flessibilità
Martedì 11 Luglio 2017, 10:16 - Ultimo agg. 12 Luglio, 07:53
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Lo scontro con l'Ue «è un film già visto: tre anni fa, quando abbiamo fatto la battaglia per la flessibilità, l'Europa all'inizio diceva «non esiste». E invece nel giro dei sei mesi, combattendo una battaglia durissima, la flessibilità ce la siamo presa, 20 miliardi. È stato un successo politico. La proposta di tornare a Maastricht chiunque governerà sarà ripresa perché è talmente forte e articolata che segnerà il dibattito e la partita la vinceremo». Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi a Radio Kiss Kiss in merito allo scontro con Bruxelles andato in scena ieri.

«Chiunque sarà presidente del Consiglio la mia proposta» di superamento del fiscal compact e ritorno ai parametri di Maastricht con il deficit al 2,9% «sarà presa in considerazione, continua l'ex premier. È importante che gli altri partiti e le altre forze politiche italiane capiscano che non è solo la proposta del Pd e di Renzi ma serve agli italiani: se potessimo con la riduzione del debito avere un margine di 30 miliardi, potremmo allargare la platea degli 80 euro, o introdurre l'assegno universale per i figli. Intervenire sui figli, sul costo del lavoro, sul ceto medio si può fare se si abbassano 30 miliardi di tasse.

Questa idea funziona e sono convinto che anche altri partii, dalla destra alla sinistra, dovrebbero prenderla in considerazione». 
E poi: «Abbiamo tolto l'Imu, fatto gli 80 euro. Un passettino in avanti è stato fatto, io dico: continuiamo con più velocità in questa direzione. Abbiamo fatto tante cose alcune bene, altre male ma noi vogliamo andare avanti».

L'intervista radiofonica è anche l'occasione per tornare sulla polemica del post targato Pd pubblicato e subito cancellato da facebook: «Aiutiamoli davvero a casa loro è una frase di buonsenso - si difende Renzi -. Salvini lo dice ma non lo fa. Il 99% degli italiani dice una cosa semplice: dobbiamo salvare tutte le vite umane e integrare chi viene da noi, non a caso sono a favore dello ius soli, tuttavia non possiamo pensare che vengano tutti da noi. C'è un numero chiuso oltre il quale non si può andare perché l'Italia non può essere il Paese che accoglie tutti. Se leviamo un po' di ideologia vediamo che le mie proposte sono condivisibili dalla stragrande maggioranza delle persone
».

«Quando ho perso (il referendum, ndr) volevo andarmene - dice poi - mi sono dimesso da tutto, da presidente del Consiglio e segretario del Pd. Ma quando hai un milione di persone che dicono: ripartiamo insieme, non ti puoi dimettere da cittadino... allora sono tornato sui miei passi. Poi ho il grande orgoglio di dire che mi sono dimesso da tutto e siamo talmente pochi che in Italia potremmo fare un club».

Infine l'idea di fare le Olimpiadi a Napoli: «Una proposta ruffiana? Possono dirmi tutto ma non riesco a lisciare il pelo, anzi se fossi meno tranchant nei rapporti a volte sarebbe meglio. Avendo fatto il sindaco, dico che Napoli ha tutte le condizioni per avere un progetto pluriennale davanti, quello che serve è un progetto complessivo. Un'esperienza analoga a quella di Napoli l'ha avuta Barcellona che con le Olimpiadi ha avuto una crescita strepitosa e oggi è uno dei riferimenti in Europa». «La candidatura sarebbe per il 2028 o per il 2032, ma decide il Coni».

«A Roma ci hanno fatto fare una figuraccia.

Aver detto no alle Olimpiadi è stato un errore clamoroso», aggiunge il segretario del Pd. E ricorda: «A Napoli ci sono state tante polemiche e un po' di tensione con il sindaco ma quando pensi a Napoli pensi all'enorme potenzialità di questo territorio, a volte sprecate. Il mio libro è molto umano e racconta l'esperienza meravigliosa che ho vissuto facendo tre anni il presidente del Consiglio e poi ripartendo da zero: nei miei incontri più volte sono stato a Napoli. Noi su Napoli abbiam messo un sacco di soldi, da Bagnoli alle eco balle a Pompei. Ma in questo rapporto con la vostra straordinaria città, mi è venuto in mente che è l'immagine di una città che ha il futuro dalla propria parte: sono tante le difficoltà che non possiamo che migliorare».

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