Renzi-Berlusconi, sfida sul Jobs Act: «Con lui persi 500mila posti di lavoro»

Renzi-Berlusconi, sfida sul Jobs Act: «Con lui persi 500mila posti di lavoro»
Mercoledì 10 Gennaio 2018, 09:34 - Ultimo agg. 20:06
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«Berlusconi quando ha governato ha perso 500mila posti, bisognerebbe fare il fact cheching». Lo ha detto Matteo Renzi a Circo Massimo su Radio Capital.

«Problema non è rivedere le tipologie contrattuali ma creare una rete di protezione che ti possa dare una mano, fare formazione», ha detto il leader dem, «L'abolizione dell'art.18 e Jobs Act hanno dato una spinta alla ripartenza al Paese, l'hanno sbloccato. Ma non è sufficiente. Ora - ha aggiunto - bisogna mettere assieme un grande sogno e concretezza quotidiana».


«Dall'Istat emerge un quadro sul lavoro che è un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto - ha detto ancora Renzi - Esiste ancora un problema di dare certezza sul lavoro. L'ho sempre detto, mi fa piacere se qualcuno pensa che sia una svolta da parte mia».

«Ci sono tre ipotesi in campo sul sostegno alla famiglia: il modello francese di quoziente familiare, l'assegno familiare generale e infine quello indirizzato ai singoli minori. L'obiettivo è quello di mettere più soldi nelle tasche delle famiglie». Quanto all'Irpef, Renzi ammette che se ne parla di ridurre le aliquote, ma «cinque sono troppe, una è poca». Di politiche per le famiglie ha poi parlato anche a Porta a Porta: «Al figlio di Marchionne non è che dai il bonus di 80 euro. Io propongo gli 80 euro, ma siamo disponibili anche a ragionare di proposte alternative. C'è chi vuole il fattore famiglia, chi il quoziente familiare. Non credo sia giusto adesso affrontare il dettaglio tecnico. Ma proporre misure che valgano tra i 6 e i 7 miliardi per le famiglie con i figli secondo me è sacrosanta». 

Una moratoria delle promesse elettorali? «Io me la sento di prendere questo impegno.
Ma il termine di paragone che viene utilizzato è incredibile», dice ancora a Porta a porta. «Le proposte elettorali del reddito di cittadinanza valgono più o meno 100 miliardi di euro: la versione mignon tra i 15 e i 20 miliardi, ma la proposta ampia vale 80 miliardi, più 10 miliardi di quota 41 proposta oggi da Di Maio». «Berlusconi non bada a spese: con flat tax, pensioni a mille euro, reddito di dignità, le dentiere e tutto ciò che ha a che vedere con la Fornero siamo sopra i 200 miliardi». «Il canone vale 1,4 miliardi. Ma aggiungo: per piacere, non mettete il canone tra le promesse ma tra i risultati. Non mi interessa in questo momento stare sul canone ma mi interessa che se si paga tutti si paga meno», aggiunge. «Se si combatte l'evasione si riduce l'evasione fiscale, perché così si può aiutare un pezzo di Paese che non ce la fa».
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