Regionali Basilicata, guida al voto. Candidati, spoglio, la posta in gioco per i leader: cosa sapere

Seggi aperti domenica e lunedì: il centrodestra "allargato" cerca la riconferma di Vito Bardi, il centrosinistra punta su Piero Marrese

Piero Marrese, Eustachio Follia, Vito Bardiba
Piero Marrese, Eustachio Follia, Vito Bardiba
di Andrea Bulleri
Sabato 20 Aprile 2024, 12:26 - Ultimo agg. 16:00
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Un ultimo tornante prima della madre di tutte le battaglie, la sfida per le Europee. Sono le Regionali in Basilicata, una delle regioni meno popolose d’Italia (530mila abitanti e 567mila potenziali elettori). Ma comunque in grado di agitare i partiti e mobilitare i leader nazionali nella corsa all’ultimo voto. Perdere, a poco più di un mese dalle urne per Bruxelles, non è un’opzione da prendere alla leggera. Soprattutto per il centrodestra, che qui corre in versione allargata al centro, ovvero a Italia Viva e Azione. “Il vero campo largo, in Basilicata, siamo noi”, se la ride il segretario di Forza Italia Tajani. 

Gli sfidanti 

La maggioranza punta sulla riconferma dell’azzurro Vito Bardi: 72 anni, già vicecomandante generale della Guardia di Finanza, poi in politica con FI, fino a un paio di settimane fa Bardi era dato avanti nei sondaggi.

Un vantaggio che spera di aver colmato Piero Marrese, 43 anni, presidente della provincia di Matera e sindaco di Montalbano Jonico, candidato unitario del centrosinistra (Pd, Cinquestelle e Verdi-sinistra, oltre che della lista Chiorazzo). Un nome, quello di Marrese, al quale si è arrivati dopo settimane di trattative e scontri, con aspiranti presidenti gettati nella mischia e poi ritirati (come l’oculista Domenico Lacerenza, sul proscenio per 48 ore). Ma nel Pd, nonostante le incertezze iniziali, ora sono fiduciosi: contro Bardi “ce la giochiamo”, ripetono. C’è pure un terzo candidato, l’outsider Eustachio Follia, giornalista di 53 anni schierato dal partito europeista Volt. 

Quando si vota

Le urne resteranno aperte domenica, dalle 7 alle 23, e lunedì, dalle 7 alle 15. Poi comincerà lo spoglio, che dovrà terminare nel giro di 12 ore. Oltre che per il presidente, si vota per il rinnovo dei venti consiglieri regionali. L’elettore può tracciare un simbolo sul nome del candidato presidente o su una delle liste, oppure su entrambi purché siano collegati: il voto disgiunto, infatti, non è ammesso. Si possono anche esprimere fino a due preferenze, purché di genere diverso. E sono previste soglie di sbarramento: dell’8% per le coalizioni, del 3 per le liste non coalizzate. Vince chi prende più voti, in un turno unico. 

E la posta in gioco, come si diceva, va ben oltre i confini lucani. Un po’ perché il centrodestra qui testa un’alleanza quasi inedita: 7 liste, tra cui i calendiani di Azione (guidati dal recordman di preferenze Marcello Pittella, ex governatore Pd) e i renziani di Iv (nella lista Orgoglio lucano). Un po’ perché il centrosinistra in versione Pd-5S deve dimostrare di essere competitivo dopo la sconfitta in Abruzzo, e soprattutto riprendere fiato dopo gli strappi e i botta e risposta tra Elly Schlein e Giuseppe Conte innescati dalle inchieste in Puglia. Ma nel mirino, soprattuto, ci sono le Europee di giugno. E l’occasione di arrivarci in volata, col vento in poppa di una vittoria alle regionali, è troppo ghiotta per non essere cavalcata. Per Schlein come per Giorgia Meloni. Archiviata anche questa sfida, il testa a testa tra le due potrà in direzione Bruxelles potrà davvero entrare nel vivo. 

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