Il grido dei precari Nestlè:
«Dl dignità, noi le prime vittime»

Il grido dei precari Nestlè: «Dl dignità, noi le prime vittime»
di Francesco Pacifico
Martedì 24 Luglio 2018, 07:30 - Ultimo agg. 15:15
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Hanno perso il lavoro proprio per la legge che s'impone di debellare il precariato. Tra l'altro in un'industria florida - la Nestlé di Benevento - che sta per diventare l'hub della pizza surgelata della multinazionale in Europa e ha già iniziato ad assumere 150 persone, annunciate da qui ai prossimi 4 anni. Luigi Di Maio ripete fino alla noia che il decreto dignità vuole portare stabilizzazioni e diritti a chi non ne ha. Non toglierli come paventano Tito Boeri (che ha stimato 8mila posti in meno) e Confindustria. Ma guai a dirlo ad Antonio, 48 anni, e all'altra ventina di «stagionali storici» tra i 40 e i 50 anni con contratti di somministrazione, che hanno aperto anche un account Twitter per raccontare una storia che ha del paradossale.

Infatti, ieri, sui profili di @matteosalvinimi, di @luigidimaio, di @robertosaviano e persino di @carmelitadurso hanno scritto: «Siamo un gruppo di 20 lavoratori precari da 15 anni in somministrazione presso la Nestle di Benevento, le prime vittime del decreto dignità, da precari siamo diventati disoccupati, avendo raggiunto il limite, la Nestlé non ci ha più chiamati... Aiutateci».
 
Clemente Mastella, sindaco di Benevento ed ex ministro del Lavoro, dice che «il decreto Dignità sta creando problemi di indegnità, porta precarietà e aumenta la disoccupazione in territori già deboli come il nostro. Qui la Nestlé è un'eccezione, è tornata a essere una speranza. Non ha senso allora distruggere competenze e professionalità, cacciare persone che sono lì da quindici anni».

Il decreto Dignità trasferisce ai contratti in somministrazione, quello che un tempo si chiamava lavoro interinale, gli stessi limiti introdotti per i contratti a tempo determinato: il limite massimo passa da 36 a 24 mesi e le proroghe scendono da 5 e 4. Risultato? Dal 14 luglio scorso Antonio e i suoi colleghi non sono stati più richiamati in servizio. Tanto che dalla Nestlé, ci fanno sapere che «non si potevano richiamare i lavoratori in somministrazione che hanno raggiunto il nuovo limite imposto dal decreto di urgenza in ovvia ottemperanza alle nuove normative». Anche se dalla multinazionale che a Benevento sta investendo 50 milioni per modernizzare il sito, non si chiude la porta. «Non appena terminati tutti i lavori con la piena operatività dello stabilimento, ci confronteremo con le parti sociali per definire l'assetto occupazionale finale, che certamente terrà presenti e, per quanto possibile valorizzerà, tutte le professionalità già maturate sul territorio».

Come Antonio, quindi, che ha «48 anni. Sono qui in azienda dal 2004. Io e gli altri ci chiamano gli stagionali storici. Dopo un contenzioso fatto da alcuni di noi, e in fase di conciliazione, si è arrivati alla decisione di assumerci in somministrazione. Facciamo mansioni sia nella produzione - cioè l'impasto delle pizze o la loro farcitura - sia nella panificatura, cioè prepariamo le macchine quando si passa da un prodotto, come la margherita, a un altro, come le focacce. Venerdì scorso stavamo facendo un turno dalle 22 alle 6, quando un dirigente ci ha detto che per il momento i nostri contratti non potevano essere rinnovati. Ci ha spiegato soltanto che dovevamo aspettare». Antonio e i suoi amici guadagnano circa 8 euro all'ora. «Ma cambiando, come è successo in questi anni, l'agenzia di lavoro precario, non soltanto siamo scesi di livello, dal quarto al sesto, ma sono state anche ridotte le maggiorazioni notturne. Io a giugno ho fatto 20 ore per poco già di 150 euro. Chiaramente chi può, s'arrangia con altri lavoretti». È di ieri la notizia che Nestlè ha annunciato un ricco integrativo ai sindacati con un premio da 9.800 euro da spalmare nel prossimo quadriennio e strumenti di welfare aziendale. «Ma la trattativa sugli interinali è in stand-bye - ci dice Fernando Vecchione, segretario Irpinia e Sannio della Flai-Cgil - Loro vogliono applicare il decreto Dignità, noi gli chiediamo di andare avanti con il vecchio contratto per gli stagionali».

Intanto nelle commissioni parlamentari va avanti l'esame del decreto Dignità: per salta il taglio della tassa sulle sigarette elettroniche e slitta l'Isee precompilato.
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