Statali, anticipo di 30 mila euro dalle banche sulle liquidazioni

Statali, anticipo di 30 mila euro dalle banche sulle liquidazioni
di Andrea Bassi e Luca Cifoni
Giovedì 17 Gennaio 2019, 00:06 - Ultimo agg. 12:36
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ROMA Ancora una manciata di ore per il “decretone”, il provvedimento su pensioni e reddito di cittadinanza che di fatto rappresenta il cuore della legge di bilancio approvata a fine 2018. Ieri la messa a punto del testo è proseguita per tutta la giornata e stamattina è in programma un vertice politico con Conte, Di Maio e Salvini. Il consiglio dei ministri dovrebbe svolgersi in tarda serata, anche se non è ancora del tutto escluso uno slittamento a venerdì. Come accade in questi casi, i nodi tecnici si intrecciano con quelli politici. Dovrebbe essere ormai definito il tema delle liquidazioni dei dipendenti pubblici: confermata la scelta di garantire a tutti quelli che lasciano il servizio, non solo coloro che optano per l’uscita con Quota 100, l’anticipo bancario di una quota del trattamento dovuto. Già in base alle norme in vigore, la somma viene infatti erogata con uno slittamento temporale di uno-due anni e poi comunque versata a rate in base all’importo. Nel caso della nuova forma di pensionamento anticipato, è previsto che si aggiungano gli anni che mancano al momento in cui si consegue il diritto alla pensione con le regole della riforma Fornero: ad esempio lasciando il lavoro a 62 anni (con 38 di contributi) e il traguardo più vicino è quello della vecchiaia sarebbe necessario attendere altri cinque anni.
Per ovviare l’esecutivo sta trattando un accordo con il sistema bancario. Ma si sono posti problemi sia di copertura finanziaria sia si trattamento contabile. Lo Stato si farebbe carico degli interessi sul prestito, ma deve evitare che questo finanziamento sia trattato da Eurostat come debito pubblico, rischio concreto se i costi effettivi ricadono tutti sul Tesoro. Dunque il sostegno alla spesa per interessi arriverebbe al 75 per cento circa, probabilmente sotto forma di credito d’imposta. Ma è previsto un limite anche alla quota di Tfr che gli interessati potranno farsi anticipare: dovrebbe essere fissato prudentemente a 30 mila euro, cioè a poco meno della metà dell’importo medio effettivamente percepito. Sempre per gli statali si porrà l’esigenza di fare domanda di pensione in tempi rapidi: per andarsene con Quota 100 sfruttando la prima finestra utile di luglio la richiesta dovrà essere formalizzata entro il mese di febbraio, da parte di coloro che hanno maturato i requisiti entro la fine dello scorso anno. Nel caso del lavoro privato invece, chi al 31 dicembre 2018 era già arrivato al traguardo dei 62 anni di età e 38 di contributi potrà accedere effettivamente alla pensione il primo aprile. La differenziazione tra pubblici e privati resterà in piedi anche per coloro che maturano i requisiti successivamente: sei mesi di “finestra mobile” nel primo caso, tre nel secondo. Questa scelta si basa sulla preoccupazione di evitare un esodo troppo brusco che possa sguarnire la pubblica amministrazione.
GLI AFFINAMENTI
Sul versante reddito di cittadinanza gli ultimi affinamenti hanno portato a un ulteriore leggero ridimensionamento della previsione di spesa, che sarebbe scesa a 5,8-5,9 miliardi, dunque al di sotto della soglia dei 6. In questi giorni le verifiche tecnico-politiche si sono concentrate sul numero di nuclei familiari con disabili ammessi al beneficio, che dovrebbero essere poco più di 250 mila. Non è invece previsto un incremento diretto dei trattamenti di invalidità, che attualmente hanno un importo medio di poco più di 280 euro mensili, salvo il caso in cui sia riconosciuta l’indennità di accompagnamento. Anche per quanto riguarda il sussidio fortemente voluto dai Cinque Stelle il debutto è fissato ad aprile: vuol dire che a partire da quella data sarà possibile fare domanda, mentre l’erogazione concreta dei primi sostegni (tramite le apposite card elettroniche) avverrà, se non ci saranno intoppi, qualche settimana, dopo.
La componente pentastellata dell’esecutivo sta lavorando non solo alla stesura delle norme ma anche alla preparazione delle forme di gestione e comunicazione del reddito di cittadinanza: è il caso del sito Internet che dovrà permettere ai potenziali interessati di verificare il diritto alla prestazione. La domanda andrà comunque presentata all’Inps.

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