Pensioni anticipate, ipotesi
bonus fiscale per i più giovani

Pensioni anticipate, ipotesi bonus fiscale per i più giovani
di ​Francesco Pacifico
Giovedì 29 Settembre 2016, 08:18 - Ultimo agg. 08:19
4 Minuti di Lettura
Quanto ci perde sull'assegno un lavoratore che approfitta dell'anticipo pensionistico? Chi avrà la quattordicesima? Quali precoci potranno lasciare prima del tempo il lavoro? Ecco che cosa prevede l'accordo tra governo e sindacati in materia previdenziale firmato ieri a Roma e che prova a superare le rigidità della Legge Fornero. Anticipo pensionistico. Con la promessa di stanziare circa 600 milioni di euro, governo e sindacati si sono accordati su tre forme di Ape per permettere ai nati tra il 1951 e il 1954, dipendenti privati e pubblici come autonomi, di anticipare l'uscita dal lavoro di tre anni e sette mesi e di bypassare l'età limite imposta dalla Fornero (66 anni e 7 mesi). La prima, l'Ape sociale, è destinata alle categorie più deboli: disoccupati rimasti sprovvisti di ammortizzatori sociali, chi assiste un parente di primo grado in gravi condizioni di salute o con disabilità (le percentuali e le malattie saranno definite in un successivo confronto con i sindacati), chi svolge un'attività gravosa, pensante e rischiosa (anche in questo caso le parti dovranno definire un elenco di lavori soggetti a stress fisico e mentale o esposti a continui rischi di infortuni).

In questa platea, non ancora definita, il governo è pronto a garantire una piena esenzione con un reddito ponte a chi accetterà un assegno non superiore ai 1.300 euro. Soltanto sopra questa cifra il lavoratore ripagherà per 20 anni, e con un tasso del 2,50 per cento, quanto anticipato sulla propria pensione. A suo carico anche l'assicurazione, che inciderà per il 28 per cento sulla rata. Secondo tipo di Ape quella volontaria: il lavoratore che sceglie di uscire prima del tempo e non rientra nelle categorie protette, dovrà accettare una decurtazione del 20 per cento sull'assegno per ripagare il prestito: su mille euro al mese se ne perdono 200, su 2mila 400. L'interesse composito (bancario e assicurativo) è del 7 per cento.

Ultima l'Ape per le imprese, che ricorda la vecchia mobilità ed è destinata alla gestione delle crisi aziendali. Il costo sarà principalmente a carico del lavoratore o degli enti bilaterali. Le percentuali saranno definite in sede di contrattazione. Precoci. Anche se non hanno raggiunto l'età di ritiro prevista dalla riforma Fornero, il governo permetterà a una fascia di precoci di andare in pensione prima del tempo. Condizioni migliori verranno riconosciute soltanto a chi ha versato almeno per un anno contributi continuativi prima dei 19 anni (2 anni se non continuativi) ed è impegnato in attività gravose, non ha più ammortizzatori sociali, soffre di disabilità e assiste persone malate. Quattordicesima. Aumento del 30 per cento a chi ha un assegno pari a una volta e mezzo il trattamento minimo dell'Inps (fino a 10.250 euro all'anno). Ottengono la quattordicesima (336 euro per chi ha 15 anni di contribuzione, 420 dai 15 a 20 anni, 500 dopo i 25) anche quei pensionati con reddito annuo due volte il trattamento minimo (13mila euro). Costo della misura, 700 milioni. La no tax area sale a 8.125 euro. Cumuli gratis. Chi avrà parte della pensione calcolata con il metodo retributivo e parte con il contributivo non pagherà più alcuna commissione per ricongiungere i contributi versati alle gestioni ordinarie e quelle separate. La misura costerà 100 milioni all'anno Per i più giovani. Il governo si è impegnato con i sindacati ad aprire dopo l'approvazione della legge di Stabilità, un nuovo tavolo per discutere di misure previdenziali a favore dei più giovani. Innanzitutto è arrivata un'apertura per introdurre una pensione di base a carico della fiscalità, che sarà destinata a chi non raggiunge la contribuzione minima per ottenere un assegno. Proposta non nuova, perché lanciata in passato da Giuliano Amato, Mauro Marè, Giuliano Cazzola e Tiziano Treu. I nati dopo il 1995 potrebbero vedersi applicati criteri più morbidi sia sui coefficienti di rivalutazione sia sui requisiti legati all'aspettativa di vita: in pratica potrebbero ritrovarsi qualche soldo in più nell'assegno e andare in pensione prima rispetto alle rigidità previste dalla Dini. L'esecutivo è anche pronto ad abbassare l'aliquota, oggi al 20%, sui fondi pensione. Calerà anche la fiscalità sulla Rita, la rendita integrativa temporanea anticipata, che permette di utilizzare per l'anticipo pensionistico parte di quanto versato nel secondo pilastro. Usuranti. Il governo viene incontro a chi fa lavori usuranti: abolita la finestra 96+3 lasciata dalla Fornero e che impedisce all'Inps e al ministero di autorizzare le uscite anticipate. Ridotti anche i tempi di decorrenza dell'assegno e semplificati i requisiti: per esempio non sarà più necessario svolgere un'attività usurante nell'anno in cui si matura la pensione. Più in generale, cancellate anche le penalizzazioni per chi anticipa l'uscita, che erano state introdotte dalla stessa Fornero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA