Pd, candidature tra i veleni: Minniti verso il ritiro

Pd, candidature tra i veleni: Minniti verso il ritiro
Pd, candidature tra i veleni: Minniti verso il ritiro
Mercoledì 5 Dicembre 2018, 21:09 - Ultimo agg. 6 Dicembre, 09:32
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Il Pd che cerca di darsi un nuovo segretario ripiomba nelle polemiche e ora anche nei veleni. Tra profili Fb che sembrano spingere Matteo Renzi a fare un altro movimento - sconfessati subito dal suo entourage - e un falso lancio dell'Ansa che circola sui social annunciando il ritiro di Minniti dalla corsa per la segreteria. L'ex ministro dell' Interno incontra Luca Lotti e Lorenzo Guerini, che gli confermano la fiducia dei renziani.

Ma non basta all'ex Ministro che, si apprende in ambienti del partito, sembra ormai avviato a fare un passo indietro. «Dopo una riflessione sofferta, al fine di agevolare il percorso congressuale del pd e con l'unico intento di favorire l'elezione di un segretario autorevole, Marco Minniti sarebbe orientato a ritirare la propria candidatura», riferiscono fonti parlamentari del Pd. Il clima resta teso e secondo altre fonti renziane Minniti avrebbe chiesto ai parlamentari della corrente la garanzia scritta che non lasceranno il Pd se Renzi dovesse fare la scissione.

Una richiesta giudicata irricevibile e aumentando l'incertezza nel partito con una candidatura quasi sfumata. Minniti, dopo aver annunciato di correre «da autonomo» ma appoggiato dall'area renziana - pur con qualche freddezza -, negli ultimi giorni aveva maturato dei dubbi. Un pò perché non ci sarebbe l'accordo sui nomi in lista per il congresso Pd - renziani e minnitiani - e su chi dovrebbe comporla. Ma sullo sfondo c'é il fattore Renzi. Minniti non sarebbe contento del poco impegno del senatore per la sua sfida: anche oggi Renzi, a Bruxelles per tessere la tela delle Europee e di un'alleanza progressista, ha ripetuto che non si occupa di congresso. Senza contare lo scenario dell'ipotetica scissione.

E qui si innesta il secondo segnale anomalo della giornata, dopo quello della falsa notizia sul ritiro di Minniti. Un profilo Fb Libdem con la foto di Renzi per un fantomatico Movimento liberale democratico europeista, legato a un'altra pagina, Open Democrats, che richiama il nome della fondazione renziana. «Iniziativa personale di un sostenitore di Matteo», fa sapere l'entourage di Renzi. Ma la spinta per un soggetto politico autonomo non é una novità nell'area dell'ex premier. Proprio ciò che teme in fondo Minniti, a maggior ragione se divenisse segretario. Tra smentite e rassicurazioni il più sincero é il deputato Pd Stefano Ceccanti, un renziano. «Speriamo che Minniti resti candidato; per chi ha fatto un percorso di cultura riformista è l'unico candidato votabile - dice -; se si ritirasse sarebbe un vero peccato, significherebbe non che si smobilita ma che si cerca un altro candidato con profilo ugualmente chiaro, anche se dovesse avere meno chance». «Minniti decida oggi», è il quasi ultimatum della mattina dell'altro renziano Antonello Giacomelli. I veleni oscurano la proposta di Martina e Richetti, che lanciano l'idea di consultare gli iscritti in modo vincolante su decisioni chiave come la fiducia a un nuovo governo e la formazione di un esecutivo ombra successiva alla scelta del segretario. «Basta divisioni», ripete Martina. «Ritroviamo l'orgoglio dell'appartenenza al partito», dice l'altro candidato Francesco Boccia, che ironizza: «Fidarsi di Renzi? Un ossimoro».

Il favorito nei sondaggi Nicola Zingaretti avverte: «Spero che qualcuno non abbia deciso di distruggere il Pd e stia giocando a un gioco macabro. Non dobbiamo permetterlo. Basta con questo gioco al massacro. Non é il momento di picconare e dividere».

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