M5S, Grillo alla marcia Perugia-Assisi: siamo noi i veri francescani

M5S, Grillo alla marcia Perugia-Assisi: siamo noi i veri francescani
di Stefania Piras
Sabato 20 Maggio 2017, 12:58 - Ultimo agg. 21 Maggio, 21:21
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Un ritorno alle origini nel segno del reddito di cittadinanza e con più di una strizzata d'occhio al dialogo con la Chiesa: sono diversi gli ingredienti della seconda marcia Perugia-Assisi del M5S. Una marcia nella quale, dopo il profilo basso tenuto alla convention di Ivrea, Beppe Grillo torna a essere showman e leader politico, alternando frecciate a Matteo Renzi a lunghe conversazioni con gli attivisti.

E puntando anche alle relazioni con la Chiesa: «Siamo noi i francescani di oggi», è il 'titolò che Grillo dà ad una marcia non a caso preceduta, nella giornata di venerdì, da una visita del leader M5S al Sacro Convento di Assisi. Il tema cardine, comunque, resta il reddito di cittadinanza. E su questo si produce l'ennesimo scontro a distanza con Renzi che, da Milano, sottolinea come il progetto pentastellato violi l'articolo 1 della Costituzione. «Se siamo una Repubblica fondata sul lavoro, qual è l'alternativa se il lavoro non c'è? Questa marcia è fatta per riportare l' intelligenza e voi mi parlate di un alessitimico» è la replica di Grillo secondo il quale il reddito di cittadinanza non è «un obolo ma un'azione psicologica. Quando avremo flussi di disoccupati, se non avranno un inserimento nella società saranno cattivi, violenti». Ma il duello a distanza con Renzi è a tutto campo. Anche sulla legge elettorale. Il «Rosatellum» avverte «è fatto contro di noi».

Grillo più volte fa riferimento alla telefonata tra l'ex premier e il padre emersa dalle intercettazioni sul caso Consip. E, tra le risate dei militanti, a un certo punto lo imita fingendo di parlare alla madre con il suo cellulare: «Mamma se sai delle cose dille!». Mentre da Milano Renzi rivolge un'ironica «solidarietà» ai francescani per il paragone fatto da Grillo. Eppure, il leader M5S in questa trasferta umbra dialoga a distanza, e non solo, con la Chiesa. Venerdì va in visita alla tomba di San Francesco nel Sacro Convento («Lui doveva essere un genio, i frati sono persone intelligenti», spiega) e secondo rumors interni (non confermati) al M5S, Grillo domani potrebbe tornare ad Assisi per incontrare il vescovo Sorrentino.

Del resto, anche sulle scuole private, il leader M5S non accenna ad alcun taglio dei finanziamenti: «Non sono contrario alle scuole private, anche i miei figli le hanno fatte...». Il resto è uno show lungo 19 chilometri targato Grillo. Davide Casaleggio, pur non sottraendosi a selfie e strette di mano, resta in secondo piano così come gli altri big M5S, che passano da un punto all'altro di una marcia di almeno 10mila persone e che, secondo gli organizzatori, ha superato le 50mila presenze tanto che diversi esponenti si dicono «sorpresi» dell' affluenza. Una marcia segnata dalla pioggia battente e dalla fiaccola con cui Grillo apre e chiude il percorso presentendosi come novello Prometeo.

Tra una dissertazione e l'altra, Grillo ammorbidisce, e di molto, l'ipotesi di un'uscita dall'euro («non ha importanza, è metafisica») aprendo la grande gara alle ricandidature: «Siamo tutti provvisori, niente è sicuro» dichiara.
Del resto ancora fresco è il ricordo degli scontri interni per le Comunali e non è un caso che Grillo si fermi a lungo a parlare con i militanti esortandoli a non pensare a un posto nelle istituzioni e a «risolvere i problemi da soli» senza chiamare i portavoce nazionali. «Il M5S non è nato per dare poltrone a qualcuno, i meetup e gli attivisti devono portare avanti le idee e non candidare questo o quello», afferma Grillo. E le sue parole sembrano quasi un ultimatum prima della grande campagna per le Politiche.
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