Parisi ridisegna Forza Italia
nell'area liberal-popolare

Parisi ridisegna Forza Italia nell'area liberal-popolare
Sabato 23 Luglio 2016, 20:24
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ROMA - Stefano Parisi riceve un sostanziale endorsement da Silvio Berlusconi e prova a dare un primo contorno al progetto del nuovo centrodestra. L'idea dell'ex candidato alle elezioni milanesi sarebbe quella di poter plasmare insieme l'area moderata con quella più radicale della Lega, per arrivare ad un raggruppamento che potrebbe essere definito «area liberal popolare». Lo aveva annunciato già ieri: «Non sono per la rottamazione, non voglio fare il capo di Forza Italia e non pongo la questione della leadership, ma solo il tema di una piattaforma liberal-popolare per non farci essere solo il partito del No, dobbiamo cominciare a fare una proposta di governo».

L'obiettivo di Parisi è quello di superare gli steccati e le vecchie strutture politiche per conquistare consensi tra gli elettori del Movimento 5 stelle e tra chi alle urne non ci va più, offrendo loro una «alternativa di governo» che dia risposte ai «problemi delle persone». Proposte che vengono accolte con diffidenza in primo luogo dentro Forza Italia dove il tema preponderante tra i «colonnelli» azzurri sembra essere più quello della battaglia referendaria che quello della leadership e del nuovo progetto. Temi, quest'ultimi, spostati in una seconda fase: quella del post - quesito sulle riforme. Cosa che rimarca anche il segretario della Lega Matteo Salvini: collegatosi oggi via facebook con la manifestazione di Arezzo di Giorgia Meloni per il No al referendum, ha messo al primo punto per il centrodestra, la necessità (sulla stessa lunghezza d'onda di Fdi) di mandare a casa Matteo Renzi. Ma sta diventando un tema di fondo per Parisi che queste forze moderate, come FI, e quelle più radicali, come il Carroccio, possano stare insieme o sul compromesso o - meglio ancora - su proposte molto avanzate e su temi delicati come l'immigrazione, per esempio.

«Sull'immigrazione la questione vera da superare è che la sinistra con l'ipocrisia dell'accoglienza per tutti ha acuito il problema e su questo si deve lavorare», spiega Parisi facendo poi riferimento al tema delle riforme. «La riforma costituzionale del Governo Renzi azzera qualsiasi tipo di federalismo fiscale, le tasse saranno decise tutte a Roma. Per esempio, un partito come la Lega, che nasce proprio sul progetto del federalismo, può avere un obiettivo comune» con i moderati per costruire questa idea di federalismo e degli amministratori locali responsabili delle scelte, anche per quanto riguarda l'uso delle entrate fiscali.

Sempre sul tema delle riforme, Parisi batte sulla necessità di scegliere un modello di governo che sia in grado di prendere decisioni rapidamente: e questo in qualsiasi riforma - sostiene - deve essere scritto in maniera esplicita. «Ieri ne parlavo al telefono col presidente Berlusconi, c'è tanta gente che non vota più, che ha perso fiducia nella politica», rilancia oggi durante il suo intervento a Taormina, ospite della Summer School della Fondazione Costruiamo il Futuro di Maurizio Lupi. «L'errore più grande che si può fare» sarebbe quello di bollare il consenso dei grillini, ma anche quello della Lega, come populismo: «Sono le elite, che hanno fallito, che lo chiamano così. - incalza - Questo non fa che aumentare l'area di dissenso e di radicalismo. Dobbiamo invece capire il popolo, non dire, come ha fatto qualcuno sulla Brexit, che è stato sbagliato il referendum». Per Parisi i referenti non devono però essere più i «capibastone» dei partiti: «Trump arriva dove arriva senza un partito, probabilmente dobbiamo guardare alla società in modo orizzontale, attraverso un nuovo rapporto di mediazione sociale».
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