Ncc, arriva la stretta del Governo: «Dopo ogni corsa si rientra alla base»

Ncc, arriva la stretta del Governo: «Dopo ogni corsa si rientra alla base»
di Francesco Pacifico
Giovedì 17 Gennaio 2019, 00:05 - Ultimo agg. 12:04
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ROMA Il primo obiettivo del governo è ridurre al minimo indispensabile il perimetro di azione degli Ncc, le cosiddette auto a noleggio con conducente. Che siano regolari o no, come quelli che hanno ottenuto la licenza da un comune del Sud e poi lavorano a Roma o a Milano. Tutti quanti, prima di andare a prendere i clienti, dovranno di fatto sempre e comunque partire dalla rimessa. Tradotto, non potranno accettare prenotazioni quando sono in marcia per le strade come i tassisti. L’altro proposito bellicoso di Cinquestelle e Lega è, invece, quello di rendere impossibile l’attività di Uber e di tutti gli autisti che offrono servizi di trasporto pubblico attraverso app di carsharing. Dopo i blocchi del dicembre scorso e le dure manifestazioni di piazza, nonostante il lavoro di mediazione del viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi con la categoria interessata la maggioranza gialloverde ha fatto la propria scelta confermando la stretta sugli Ncc. Concretamente, il decreto sul settore annunciato a dicembre viene “travasato” nel decreto legge sulle semplificazioni, in corso di conversione in questi giorni, proprio per blindarne l’approvazione. E le norme, come detto, sono molto stringenti.

FOGLIO ELETTRONICO
In primo luogo i titolari degli Ncc, prima di mettersi in marcia, dovranno compilare un foglio elettronico, nel quale riportare la targa del veicolo, il nome del conducente, data luogo e chilometri di partenza e arrivo, orario di inizio servizio, destinazione e orario di rientro, dati del fruitore del servizio. In questo modo il governo vuole porre fine all’abusivismo e all’evasione spesso imperante nel comparto: ogni attività fuori da quella comunicata è vietata. Ai noleggiatori è concesso di operare solo nel territorio provinciale del Comune dove hanno ottenuto la licenza, ma soltanto se i clienti hanno prenotato in anticipo il servizio. Si deve sempre e comunque partite dalla rimessa, dove si farà ritorno a fine giornata. Due sole le eccezioni: se entro i 15 giorni precedenti dell’entrata in vigore della legge gli esercenti hanno firmato contratti che impongono condizioni diverse, questi potranno essere confermati per un periodo massimo di due anni. Si potrà poi derogare dall’obbligo di partire dalla rimessa, anche quando ci sono più prenotazioni nello stesso giorno si sono più prenotazioni, che rendono difficile un ritorno alla base. 

REGISTRO NAZIONALE
Sempre il governo ha deciso di istituire un registro nazionale per catalogare tutte le auto con licenza da Ncc in circolazione, ma fino al suo completamento i comuni non potranno concedere nuove licenze. Più dura la stretta contro Uber. In alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa, il vicemistro Rixi aveva promesso che il governo non avrebbe regolato le app dei cosiddetti servizi privati di trasporto pubblico in condivisione. Un proposito non recepito a livello parlamentare. Tre senatori dei Cinquestelle (Dessì, Garruti e Santillo) hanno previsto che chi «mette in condivisione il veicolo di proprietà» anche attraverso «l’utilizzo di piattaforme digitali» può vedersi riconosciuto soltanto «un rimborso per le maggiori spese sostenute». Siccome questa «non si configura come attività professionale o di impresa e non costituisce servizio di noleggio né di trasporto senza conducente», quindi «non può essere previsto un corrispettivo con finalità di guadagno economico». Di conseguenza, questo tipo di servizio non può essere remunerativo.

L’AUDIZIONE
Intanto l’Antitrust boccia le decisioni del governo su questa versante. In un’audizione alla Camera, Gabriella Muscolo, presidente facente funzioni dell’Antitrust, ha fatto presente che si rischia una restrizione del mercato. «Il mantenimento dei vincoli delle modalità - ha spiegato - di prenotazione dei servizi, le restrizioni territoriali dei servizi Ncc se uniti all’inutilizzabilità di fatto delle piattaforme tecnologiche e alla moratoria nel rilascio delle nuove autorizzazioni può rendere sempre più difficile l’incontro di questa domanda con l’offerta e potrebbe avere effetto di reprimere il benessere dei consumatori finali con meno servizi e prezzi più elevati».
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