Migranti, il governo si spacca sulla nave italiana. Il Viminale: «Niente porti»

Migranti, il governo si spacca sulla nave italiana. Il Viminale: «Niente porti»
di Valentina Errante
Mercoledì 11 Luglio 2018, 08:19 - Ultimo agg. 14:43
4 Minuti di Lettura

La frattura quotidiana nel governo si consuma ancora una volta sulla gestione dei migranti: Lega versus Cinquestelle alla vigilia del vertice europeo di Innsbruck. L'ultima scintilla tra il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli si è accesa ieri notte, quando il responsabile di porti e Guardia costiera, ha autorizzato, per motivi di ordine pubblico, il trasbordo di 66 migranti dalla nave Vos Thalassa, che li aveva soccorsi in acque libiche ed era stata inibita all'attracco nei porti, a quella della Guardia Costiera Diciotti. I migranti minacciavano l'equipaggio. Un vertice pomeridiano non scioglie il nodo: la nave della Guardia costiera rimane a mare ancora in attesa dell'indicazione, da parte del Viminale, di un porto in cui attraccare. Per sottolineare la propria ira, il leader leghista, che in mattinata si era rivolto al presidente del consiglio Giuseppe Conte e all'altro vicepremier Luigi Di Maio parlando di un «problema politico», sceglie di attendere. La linea di Salvini è chiara: poco convinto che sussistessero effettivamente ragioni di ordine pubblico a motivare l'intervento della navi della Guardia costiera e che toccasse alla Guardia costiera libica intervenire, decide per l'attesa, smentendo Toninelli che, dopo l'incontro, assicurava: l'indicazione di un porto arriverà entro poche ore.
Questa mattina sarà il premier Giuseppe Conte, prima di partire per il vertice Nato di Bruxelles, a incontrare Salvini. Un faccia a faccia per tentare di trovare una linea comune, prima della riunione di Innsbruck, dove nel pomeriggio è previsto il primo incontro tra ministri dell'Interno europei sui migranti. Sarà anche l'occasione per smorzare gli effetti dello scontro di ieri.

LA RIUNIONE
Al leader leghista non è andata giù la decisione di Toninelli di autorizzare il trasbordo. E non è un caso che alla riunione, convocata ieri pomeriggio da Conte a Palazzo Chigi, Salvini non abbia partecipato, inviando il suo capo di Gabinetto. E se, al termine dell'incontro Toninelli getta acqua sul fuoco: «È tutto chiarito la Diciotti arriverà in Italia nelle prossime 10-15 ore», .la versione del Viminale è opposta: una nota viene appositamente diffusa per puntualizzare che il porto di arrivo non è stato ancora stabilito. «Non vedo perché - ribadisce Salvini - una nave italiana debba entrare in acque libiche quando ci sono i libici pronti ad intervenire. Andrò fino in fondo, se qualcun scenderà lo farà per andare in galera». Alla fine la nave della Guardia Costiera sbarcherà in Italia, ma il Viminale sceglie di prendere le distanze, per evidenziare pubblicamente la propria irritazione e ribadire che la navi italiane non possono sostituire la Guardia costiera libica. Anche Conte prova a smorzare i toni e ostenta tranquillità sulla linea comune. Ma la frattura resta aperta.

LA MEDIAZIONE
Da palazzo Chigi si tenta a far passare lo scontro come normale dialettica politica: è parte della natura della coalizione di questo governo una sorta di divisione dei ruoli. Nella squadra - è il ragionamento del presidente del Consiglio - ci sono anche leader politici che puntano a forzare, pur di ottenere i propri punti programmatici. E nello stesso tempo ci sono ministri competenti che avranno il ruolo di puntualizzare le dichiarazioni dei due vicepremier.
Di fatto il contesto è anomalo e il premier è chiamato, oggi come in futuro, a mediare continuamente. Le stesse fonti assicurano che sul tema dei migranti l'Italia ha in ogni caso una posizione ferma. E il Viminale, in serata, fa sapere che alla riunione è «passata la linea della fermezza che non è solo quella di Salvini, ma quella comune di tutto il governo. È la linea che porterò a Innsbruck». Alla riunione di ieri il premier ha messo a punto la fase attuativa della strategia già emersa nelle conclusioni dell'ultimo Consiglio Ue e illustrato la strategia operativa su come andare avanti con una programmazione per risolvere il problema migranti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA