Migranti, Mattarella: «Serve fermezza in Europa». E avverte gli altri Paesi: basta battute

Migranti, Mattarella: «Serve fermezza in Europa». E avverte gli altri Paesi: basta battute
Lunedì 24 Luglio 2017, 17:20 - Ultimo agg. 25 Luglio, 20:22
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«Sono certo» che lo stesso «metodo di fermezza negoziale» usato per risolvere il problema delle banche «sarà quello che ci consentirà di superare i numerosi ostacoli che ancora si frappongono a un lungimirante ed efficace governo del tema forse più rilevante oggi di fronte all'Unione Europea, quello di una gestione del fenomeno migratorio di carattere autenticamente comunitario». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando alla Farnesina in occasione della Conferenza degli ambasciatori.

«È una discussione collegiale, seria e responsabile, quella che chiediamo, senza spazio per battute estemporanee al limite della facezia, che non si addicono al dialogo e al confronto internazionali», ha proseguito il capo dello Stato parlando della crisi dei migranti e delle politiche di chiusura di alcuni Paesi europei.

«Se l'Italia è, nel Mediterraneo, frontiera d'Europa, all'europeizzazione del salvataggio di vite umane in mare - che ha visto il nostro Paese ricordare ad altri, attraverso l'esempio, quali fossero i principi e i valori che costituiscono le fondamenta stesse della civiltà d'Europa - deve corrispondere l'europeizzazione dell'accoglienza di chi ha diritto, ma anche l'europeizzazione dei rimpatri e la predisposizione di canali legali di immigrazione. Si tratta di elementi tutti essenziali, che devono essere inseriti in un quadro comune al livello continentale. È una discussione collegiale, seria e responsabile, quella che chiediamo, senza spazio per battute estemporanee al limite della facezia, che non si addicono al dialogo e al confronto internazionali», ha aggiunto Mattarella.

«Il mondo di oggi non può essere considerato un'arena nella quale siano in brutale competizione sovranità impugnate come clave in una logica di antagonismo o addirittura di scontro», ha sottolineato ancora. «I problemi hanno una dimensione natura che travalica le capacità persino dei Paesi economicamente o militarmente più forti. In tal senso l'antistorico richiamo alla autosufficienza rappresenta uno schermo che si rivelerebbe tanto illusorio quanto fragile».

«L'interesse nazionale è sempre, naturalmente, per tutti, un obiettivo al quale tendere. Pensare, tuttavia, che esso coincida con una sorta di angusta chiusura in se stessi è un errore gravido di conseguenze pericolose. Avere uno sguardo lungimirante è una lezione che l'Italia ha appreso sin dal percorso che la condusse all' unità nazionale. Vale anche per i momenti di confronto all'interno delle comunità in cui ci riconosciamo», ha poi continuato Mattarella.

Anche in seguito alla «fase di ripresa» del Paese, è «necessaria un'accurata riflessione sulle direttrici di base della politica estera dell'Italia. Dopo anni di crisi economica e di stagnazione, grazie ad uno sforzo congiunto che ha fatto leva, prima di tutto, sui sacrifici degli italiani, il Paese ha registrato una graduale inversione di tendenza che si è rafforzata nel tempo e che ha assunto, negli ultimi mesi, un ritmo finalmente più consistente», ha osservato poi Mattarella. 

«È ora indispensabile e urgente conseguire l'obiettivo di "mettere in sicurezza" questo andamento, attraverso una decisa azione "di sistema" alla quale la diplomazia è chiamata a fornire un contributo di grande importanza. Il Paese ha bisogno delle vostre energie per trasmettere e far recepire un messaggio chiaro sui numerosi, positivi cambiamenti che si sono prodotti nel nostro Paese, a partire dal percorso di riforme posto in essere e in atto, dalle misure adottate per rendere solido il sistema bancario, nonché dai dati incoraggianti che registriamo nel nostro interscambio, a dimostrazione del valore e della costante vitalità del "Sistema Italia", ha proseguito Mattarella.

«Così è accaduto nell'ambito del confronto relativo alla governance economica, che ci ha allontanato da una situazione di pesante squilibrio dei conti pubblici e ci ha permesso di usufruire di una flessibilità che ha contribuito alla ripresa degli ultimi tempi. La strada è quella di un sano equilibrio tra riforme e riduzione del debito, consapevoli del rapporto esistente tra risanamento e crescita», ha continuato il presidente della Repubblica.

«Il mondo non è un menù nel quale poter scegliere, a la carte, le cose che piacciono, scansando quelle che disturbano. Queste ultime continueranno a fare irruzione nella nostra vita quotidiana sinché non saranno eliminati i fenomeni che le provocano. L'obiettivo - che costituisce una delle principali ragioni d'essere del vostro quotidiano prezioso lavoro - è dunque, attraverso una tessitura attenta e capillare, sollecitare i nostri amici nell'Unione Europea al comune impegno di affermare le ragioni dei valori della nostra civiltà a livello internazionale», sono state ancora le parole del presidente.

«In un momento nel quale - da più parti - le spinte verso il protezionismo si fanno più assertive, mettendo a rischio la crescita mondiale, è l'Europa nel suo insieme a dover reagire, attraverso comportamenti coerenti che garantiscano ai nostri soggetti economici di poter operare in libertà e in sicurezza, agli investitori di poter agire protetti da norme eque e condivise, ai consumatori di essere tutelati e di vedere i propri diritti rispettati. Non possiamo omettere di ricordare la decisa spinta che il nostro Paese ha dato per lo sviluppo della dimensione europea di sicurezza e difesa», ha detto ancora Mattarella.



 

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