Sulle cartelle arrivano i super-sconti: aliquote dal 6 al 25% e sanatoria con l'Isee

Sulle cartelle arrivano i super-sconti: aliquote dal 6 al 25% e sanatoria con l'Isee
di Andrea Bassi
Domenica 21 Ottobre 2018, 09:09 - Ultimo agg. 20:31
3 Minuti di Lettura
Sulla pace fiscale Matteo Salvini e Luigi Di Maio trovano un compromesso. Il leader dei Cinque Stelle ottiene la cancellazione totale dello scudo penale e quella della sanatoria per i beni all'estero, oltre a un tetto più stringente, 100 mila euro ad annualità, delle somme sanabili (contro i precedenti 100 mila euro per anno e per imposta). Ma Salvini porta a casa il «saldo e stralcio» di tutte le cartelle Equitalia, il condono al quale il Movimento si era opposto obbligando la Lega ad accettare una sanatoria solo su sanzioni e interessi come quella del governo Gentiloni. Il vero condono, però, non arriverà subito. Anche per non rovinare la festa delle Stelle al Circo Massimo. Sarà introdotto con un emendamento durante la conversione del decreto. Il testo è già pronto. Ci ha lavorato per diciotto ore consecutive il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, anche se alla fine si è deciso, come detto, di non inserirlo direttamente nel testo del decreto fiscale.

LEGGI ANCHE Manovra, la contropartita per la Lega: decreto sicurezza blindato

L'EMENDAMENTO
L'emendamento-Siri, il «saldo e stralcio», avrà due binari, uno per le persone fisiche e uno per le imprese. Partiamo dalle prime. Tutti coloro che hanno debiti con la vecchia Equitalia (oggi si chiama Agenzia delle Entrate-Riscossione) e hanno un reddito Isee inferiore a 30 mila euro, potranno accedere a una sanatoria che avrà tre aliquote: 6%, 10% e 25%. L'aliquota più bassa, quella cioè del 6%, sarà applicata a coloro che hanno un Isee inferiore a 15 mila euro. L'aliquota intermedia del 10% sarà riservata a chi ha un reddito ai fini Isee tra 15 mila e 22 mila euro. L'aliquota più alta, il 22%, sarà pagata da chi ha un reddito Isee tra 22 mila e 30 mila euro. Queste soglie di reddito potranno essere superate in alcuni casi. Se chi ha il debito con Equitalia è un genitore single con un minore a carico, la soglia salirà fino a 40 mila euro. Se il debitore o un suo congiunto hanno una grave patologia, il limite di reddito per poter accedere alla sanatoria super-scontata salirà fino a 60 mila euro. Per poter beneficiare degli sconti, inoltre, ci sarà un altro parametro. La somma algebrica tra il reddito del contribuente e il suo debito con l'Agente della riscossione, dovrà restituire un risultato uguale o inferiore a 9 mila euro. Se, per esempio, il reddito è di 20 mila euro, e il debito di 11 mila, si potrà accedere alla sanatoria. Se il reddito è di 20 mila e il debito di 8 mila invece no.

IL MECCANISMO
Anche per le imprese ci sarà un meccanismo simile. Le società che hanno un debito con Equitalia lo potranno estinguere pagando il 6% se il loro «indice di liquidità», così come definito dal Codice Civile, è inferiore a 0,3. L'aliquota del saldo e stralcio sale al 10% se l'indice di liquidità è compreso tra 0,3 e 0,6, mentre passerà al 25% nel caso in cui l'indice di liquidità fosse superiore a 0,6. Quale sarà, invece, il destino di coloro che hanno aderito alla rottamazione-bis e hanno ancora in corso il pagamento delle rate? Se hanno i requisiti previsti dalle norme sul saldo e stralcio, potranno aderire al nuovo condono. In caso contrario dovranno invece continuare a versare le rate della precedente rottamazione.

«Con queste misure», spiega Siri, «faremo quello che abbiamo promesso fin dal primo momento, consentiremo a chi ha un debito fiscale con Equitalia ed è in difficoltà economiche di saldarlo». Anche le previsioni di gettito a questo punto, dovrebbero cambiare e superare i 2,2 miliardi di euro l'anno (11 miliardi circa in cinque anni), previsti dalla rottamazione-ter inserita nel decreto fiscale. Dove, invece, rimarrà la cancellazione di tutte le cartelle sotto i mille euro. Resta anche la chiusura delle liti pendenti con il pagamento del 50% del dovuto in caso di vittoria in primo grado del contenzioso tributario, e del 20% in caso di successo in appello.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA