M5S, il programma è un libro dei sogni: 200 miliardi senza le coperture

M5S, il programma è un libro dei sogni: 200 miliardi senza le coperture
di Stefania Piras e Diodato Pirone
Lunedì 22 Gennaio 2018, 10:23 - Ultimo agg. 16:05
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In termini economici il programma M5S vale oltre 200 miliardi di euro. I pentastellati promettono un'impennata della spesa pubblica e tagli alle tasse altrettanto sostanziosi anche se generici. Ma per evitare la bancarotta dei conti pubblici garantiscono una iperbolica riduzione del debito pubblico del 40% (circa 1.000 miliardi di euro) in 10 anni.

La qualità delle proposte è misurata dall'idea di tagliare di 50 miliardi i costi della politica. Dove siano questi soldi non è specificato. Tanto per dare una misura, i vitalizi degli ex parlamentari valgono in tutto 270 milioni annui su una spesa statale complessiva di 830 miliardi. Inoltre si prospettano riduzioni della burocrazia ma poi si vuole creare un nuovo ministero, quello del Turismo separandolo dai Beni Culturali.

Insomma più che incoerente sul piano economico, il programma M5S mostra lacune di logica. Leggendolo somiglia alla più brillante operazione di marketing compiuta da una terza forza nel dopoguerra: quella dell'americano Ross Perot che nel 1992 si presentò alle presidenziali Usa come terzo candidato fra Repubblicani e Democratici. Perot diceva cose che piacevano a tutti tanto sapeva che non avrebbe governato e così arrivò dal nulla al 16%.
 
Erano state promesse le coperture economiche del programma, ma oltre ai canonici 17 miliardi per le famiglie con figli (e non più per il reddito di cittadinanza), di garanzie economiche a supporto delle promesse, nelle venti slide di Di Maio a Pescara, non se ne sono viste molte. Ora ci sono le pensioni di cittadinanza: 780 euro di pensione minima per tutti. Ma al punto uno del programma elettorale e di governo dei 5Stelle compare l'abolizione di 400 leggi inutili. C'è anche un contributo firmato Casaleggio nel programma perché in una slide compare una strizzatina d'occhio all'e-commerce, che è il pallino dell'imprenditore milanese. Per aumentare le vendite online dei prodotti made in Italy il M5S propone una piattaforma web che si chiamerà Italia.it e che ricorda molto E-commerce Factor costruita da Casaleggio per accelerare la digitalizzazione delle pmi e dell'export. Un sito nuovo che contrasta con l'idea di unire piuttosto le banche dati degli enti statali come peraltro si legge nella slide sul fisco quando per stanare l'illegalità si propone l'inversione dell'onere della prova: «Basta scartoffie preventive, un cittadino è onesto solo fino a prova contraria».

Tra i venti punti del programma compare l'eliminazione dei finanziamenti a pioggia alle pmi e dell'Irap. Tra le tante abolizioni, si legge anche un'abolizione del precariato nel mondo della scuola, abolizione degli studi di settore, dello split payment, dello spesometro e di Equitalia. Il Movimento supera definitivamente il referendum sull'euro anche perché Di Maio promette la drastica riduzione del debito pubblico in 10 anni. Con quale moneta? Ma l'euro, ovviamente. Il candidato premier infatti ribadisce: «Non vogliamo rompere i rapporti con l'Europa».

Per quanto riguarda il fisco si propone una no tax area per i redditi sotto i 10mila euro. Sul fronte giustizia torna l'idea di riforma della prescrizione, si parla della costruzione di due nuove carceri e di 10 mila nuove assunzioni nelle forze dell'ordine e altri 10 mila posti di lavoro pubblici per le commissioni territoriali che si occupano di asilo e rimpatri dei migranti. C'è l'aumento delle risorse per la Sanità Pubblica e investimenti pari a 50 miliardi e altri «ad alto moltiplicatore occupazionale» a cui si legheranno strumenti di flex security, e quindi di flessibilità.

Tra gli altri punti del programma c'è una «manovra choc per le piccole e medie imprese: riduzione del cuneo fiscale e riduzione drastica dell'Irap, abolizione reale degli studi di settore, dello split payment, dello spesometro e di Equitalia». Non manca lo «stop a pensioni d'oro, vitalizi, privilegi, sprechi della politica e opere inutili. Riorganizzazione delle partecipate, spending review della spesa improduttiva». Si prevedono «10.000 nuove assunzioni nelle commissioni territoriali per valutare, in un mese, come negli altri paesi europei, se un migrante ha diritto a stare in Italia o no». Si annuncia l'«aumento delle risorse per la Sanità Pubblica e riduzione sostanziale delle liste di attesa per tutti gli esami medici». Per il welfare si stanziano 17 miliardi per la «applicazione del modello francese: rimborsi per asili nido, pannolini e baby sitter» e poi «introduzione Iva agevolata per prodotti neonatali, per l'infanzia e per la terza età» nonché «innalzamento importo detraibile per assunzione di colf e badanti». Non mancano la «creazione di una Banca pubblica per gli investimenti per piccole imprese, agricoltori e famiglie», il «daspo per i corrotti», la «riduzione della durata dei processi» con «certezza del processo e della pena». Grazie alla Green economy si punta a uscire dal carbone nel 2021 e a utilizzare il 100% di energia rinnovabile nel 2050 creando «200mila posti di lavoro da economia del riciclo rifiuti» e «17mila nuovi posti di lavoro per ogni miliardo di euro investito nelle rinnovabili e nell'efficienza energetica». Infine per la valorizzazione e tutela del made in Italy il sito Italia.it diventerà la piattaforma e-commerce per i prodotti made in Italy nel mondo.
 

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