Riva è attivista impegnata nel M5S da prima di conoscere l'eurodeputato pentastellato. In queste ore però, al netto di laurea e rapporto fiduciario che aveva stabilito con Adinolfi, la sua relazione, sembra essere l'unico dettaglio rilevante.
«Ho deciso di rinunciare - ha scritto - pur sentendo il peso di questa ingiustizia come un macigno, in maniera volontaria e in totale autonomia solo per togliere la macchia della calunnia nei confronti delle persone che sono coinvolte. Non è giusto nei confronti di Isabella Adinolfi che ha sostenuto il valore della sua scelta fino alla fine, che ha voluto che il nostro rapporto di collaborazione fosse regolarizzato e reso trasparente con una correttezza ormai rara in qualsiasi ambiente lavorativo, e che tra l'altro si batte proprio per i precari del mondo della cultura; non é giusto nei confronti del mio compagno che nulla c'entra in questa vicenda. Se la retribuzione è un problema, continuerò a collaborare con Isabella ma senza retribuzione.
Ora le polemiche e le strumentalizzazioni dovrebbero stare a zero, a meno che non si voglia confutare anche il fatto che io possa avere una qualsiasi collaborazione a titolo gratuito. Non credo di poter essere privata di questo e che si possa sindacare sulle mie scelte personali e sul tempo che voglio dedicare alle mie passioni».
Ma il punto è un altro: questa storia ha il sapore amarissimo della faida interna e finisce con una (mezza) sconfitta dell'ala pragmatica che fa riferimento all'eurodeputato David Borrelli, pentastellato della prima ora (fu consigliere comunale a Treviso quando il Movimento era "Gli amici di Beppe Grillo") e oggi influente membro dell'associazione Rousseau, molto vicino a Davide Casaleggio.
Borrelli è stato attaccato personalmente per via della sua compagna che alla fine ha dovuto cedere. Dentro lo scontro è accesissimo perché la rinuncia di Riva ha l'obiettivo di processare situazioni molto simili presenti ai piani alti del Movimento. Nelle comunicazioni interne si è accesa una polemica rovente ed è finita nel mirino, suo malgrado, anche la fidanzata del candidato premier Luigi Di Maio. Anche lei è assunta nello staff comunicazione del M5S, ma il suo contratto, va detto, è precedente ai rapporti con il vicepresidente della Camera. A ogni modo, c'è un clima pesante, del tutti contro tutti, che non può che portare a galla vecchi problemi irrisolti dentro il Movimento.
Al punto che qualcuno, ben protetto dall'anonimato, fa notare candidamente: «Anche ai vertici abbiamo un caso eclatante di familismo, Davide Casaleggio ha raccolto l'idea del padre, e va bene così, ma o si valutano sempre le competenze o mai».