Caso Di Maio, spunta la foto nella piscina: «Abusivi 4 fabbricati su cinque»

Caso Di Maio, spunta la foto nella piscina: «Abusivi 4 fabbricati su cinque»
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 3 Dicembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 12:52
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Cinque manufatti, di cui quattro abusivi, oltre al sequestro di tre aree dove erano abbandonati diversi rifiuti. È quanto emerge dalle carte trasmesse alla procura di Nola dalla polizia municipale di Mariglianella dopo il sopralluogo effettuato lo scorso 29 novembre nella proprietà della famiglia del vicepremier, Luigi Di Maio. Dei cinque immobili ritrovati, soltanto uno, una masseria diroccata, risulterebbe in regola. Tutti gli altri, anche quelli che il leader M5s utilizzava per invitare gli amici in estate a far festa, sarebbero irregolari. È nella masseria di famiglia che Di Maio avrebbe invitato amici e sostenitori per festeggiare la sua prima elezione in Parlamento nel 2013. Su quel terreno, in estate, veniva montata anche una piscina in pvc.
 
Le prove raccolte dai vigili mettono in luce come almeno tre dei manufatti abusivi sequestrati sarebbero stati costruiti in un periodo piuttosto recente, tra il 2002 e il 2005. Per effettuare le verifiche sullo stato dei luoghi, i vigili si sono serviti di alcuni rilievi aerofotogrammetrici: uno del servizio di Google Earth risalente al 2002, un altro predisposto dallo stesso comune di Mariglianella nel 2005. Dai rilievi del 2002 risulta che ci fosse soltanto un manufatto non registrato al catasto. Le altre tre costruzioni non in regola sarebbero sorte invece tra il 2002 e il 2005, come si evince dalla cartografia commissionata dal comune dell'agro-nolano.

I dati del catasto non coincidono con i rilievi effettuati, ora è tutto nelle mani dei magistrati del tribunale di Nola che potrebbero avviare due diversi procedimenti: uno per gli immobili abusivi, l'altro per i rifiuti («materiale di risulta») ritrovati nell'area sotto sequestro. Già il comune di Mariglianella varerà questa settimana un'ordinanza di demolizione degli immobili irregolari che la famiglia Di Maio dovrà eseguire entro 90 giorni dalla notifica. Ovviamente i familiari del vicepremier potranno opporsi alla decisione comunale e produrre controprove a propria discolpa. Sulla questione degli abusi edilizi nelle proprietà di famiglia del vicepremier se n'è occupato ieri anche un altro reportage delle Iene.

Il filmato è stato registrato nei giorni precedenti a quando i vigili di Mariglianella hanno effettuato i sopralluoghi. Quando a Di Maio vengono mostrati i rilievi aerofotogrammetrici casca dalle nuvole. «Questi dice il ministro del Lavoro risalgono alla seconda guerra mondiale». Incalzato il vicepremier dice che uno dei manufatti contestati sia una vecchia stalla. Fino a quando l'inviato di Italia 1 non gli mostra delle foto, scattate nel 2013, dove si vede Di Maio fare il bagno in piscina e un'altra dove all'interno di una delle quattro costruzioni irregolari si trova una cucina con un piano cottura. «Troverò tutti i documenti di questo terreno promette il ministro alle Iene se ci sono le licenze oppure no lo scopriamo insieme, quando non ci sono si fanno gli abbattimenti». Proprio quanto è stato rilevato qualche giorno dopo la registrazione del servizio delle Iene dai vigili urbani. Del resto tre dei quattro manufatti abusivi sarebbero sorti quando Di Maio aveva tra i 16 e i 19 anni. Una proprietà quella ora al vaglio della magistratura che il vicepremier utilizzava anche per dare una mano al papà. In quell'area l'impresa edile di Antonio Di Maio custodiva alcuni attrezzi da lavoro che gli operai andavano a prelevare grazie all'aiuto di Luigi che apriva il cancello ai manovali.

L'inchiesta delle Iene si è concentrata ancora sull'impresa dei Di Maio. Dai documenti ufficiali risulta che dal 2006 il padre del vicepremier, Antonio, non compare più come titolare dell'azienda. Da quell'anno nasce infatti la ditta individuale Ardima Costruzioni intestata alla madre di Di Maio, Paolina Esposito. Solo nel 2014, poi, l'azienda sarà ceduta ai due figli, Luigi e Rosalba, sorella del leader M5s. Tra il 2006 e il 2013, tra l'altro, la madre di Di Maio era anche insegnante e secondo la legge non avrebbe potuto essere titolare di una ditta individuale.

Non solo, ma nel 2010, sui terreni di Mariglianella, di proprietà di Antonio Di Maio, Equitalia ha iscritto un'ipoteca del valore di oltre 300mila euro. Perché allora Antonio Di Maio come testimoniato dai dipendenti intervistati dalle Iene svolgeva effettivamente il ruolo di titolare della ditta? Un modo si chiedono gli inviati delle Iene per salvarsi da possibili azioni di Equitalia? Domande a cui il ministro si è impegnato a dare risposte.

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