Olimpiadi invernali 2026 a Torino, svolta di Grillo: «Sì alla candidatura, è una grande opportunità»

Grillo e Appendino
Grillo e Appendino
di Stefania Piras
Sabato 10 Marzo 2018, 11:01 - Ultimo agg. 11 Marzo, 23:29
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Forte segnale di Beppe Grillo al Movimento 5 Stelle piemontese. Il garante M5S appoggia la sindaca di Torino Chiara Appendino sul sì alla manifestazione d'interesse per le Olimpiadi invernali del 2026. L'ex comico ha dato il suo via libero parlando al telefono proprio con la prima cittadina, nel corso dell'assemblea degli attivisti torinesi.
«Le Olimpiadi sono una grande occasione per Torino e per il Movimento. Dimostreremo di saperle fare a zero debiti e in modo sostenibile», è quanto ha detto Beppe Grillo agli attivisti dopo essere stato contattato per telefono dalla sindaca Chiara Appendino. La prima cittadina aveva necessità di sfondare il muro di no opposto dai suoi contrarissimi ad avviare un dialogo per decidere se candidare la città ad ospitare di nuovo i Giochi Invernali.La manifestazione d'interesse firmata va inviata entro fine mese, al Comitato Olimpico Internazionale. 

Perché Roma no e Torino sì? «Perché - trapela dal Comune - a Torino siamo in una fase preliminare di manifestazione di interesse e possiamo ancora dettare le regole». Il senso è che Raggi, viene spiegato, è arrivata in Campidoglio a cose già fatte e in fase avanzata. Appendino invece può permettersi più margini e tempo per trattare.

L'ok di Grillo arriva dopo che diversi consiglieri della maggioranza M5S a Torino e i consiglieri regionali M5S avevano detto che le Olimpiadi invernali del 2026 non possono essere realizzate in Italia. La consigliera Daniela Albano citava proprio ieri il regolamento del CIO a cui, secondo lei, si sarebbe dovuto derogare se Torino si fosse candidata. «È auspicabile derogare?», si chiede su Facebook. Si aggrappano con le unghie al regolamento Cio anche i regionali M5S, la valsusina Francesca Frediani e Davide Bono, rispettivamente capogruppo e consigliere regionale M5S in Piemonte: «Il Regolamento olimpico parla chiaro: è impedita la candidatura ai Paesi in cui si terrà la sessione del Cio deputata a decidere il prossimo evento. E la riunione del Comitato Olimpico Internazionale è prevista proprio nel nostro paese, a Milano». «La norma non è interpretabile diversamente ed è ampiamente nota a tutti gli addetti ai lavori del mondo dello sport. Una regola di buonsenso che evita ai paesi ospitanti l'assemblea Cio eventuali e imbarazzanti conflitti d'interesse. Cambiare le regole in corsa sarebbe impensabile e l'attuale dibattito mediatico si basa su presupposti completamente errati». «Stupisce che tutti i sostenitori dell'evento non abbiano tenuto conto di questo aspetto. Come è stato redatto il dossier se non si sono tenute in debita considerazione le norme stilate della stesso Cio? Con tutti i professionisti che si sono spesi per l'evento olimpico a Torino perché nessuno ha approfondito questi aspetti? Questi sono gli interrogativi che dovrebbero appassionare i media e gli addetti ai lavori anziché alimentare un dibattito fondato sul nulla.

Proprio per questo, come già ribadito in sede di Capigruppo regionale, non ci faremo coinvolgere in sterili e propagandistiche discussioni in aula peraltro proposte da chi ha abbandonato anzitempo la Regione per il Parlamento».

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