Governo, Di Maio: ecco la squadra
Il pm antimafia Di Matteo dice no

Governo, Di Maio: ecco la squadra Il pm antimafia Di Matteo dice no
di F. L.D.
Venerdì 23 Febbraio 2018, 12:12 - Ultimo agg. 15:31
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ROMA Nessun intoppo. Al netto di molti rifiuti, la squadra di governo di Luigi Di Maio si scalda già a bordocampo, anche se con sempre maggiore nettezza lascia intendere che se dovesse nascere un esecutivo del presidente i 5Stelle sarebbero pronti a essere della partita. «Manca solo un tassello, dobbiamo scegliere tra due o tre nomi», assicurano i vertici pentastellati. Per il resto la rosa è fatta. Ma nomi e numeri di maglia non saranno annunciati in un'unica soluzione.

Si tratta di «personalità riconosciute che condividono i nostri ideali», raccontano sibillini dalla war room a Cinque Stelle. Che ieri ha fatto sapere di aver tenuto in considerazione il vaglio severo del Colle: «Abbiamo designato i ministri come se Mattarella fosse presente». Come trapelato da giorni, Di Maio punta su un ministero ad hoc per Famiglie e bambini, che pare ritagliato su misura per l'ex presidente dell'Unicef, Vincenzo Spadafora. Ma ci sarebbe anche un altro dicastero nuovo nei pensieri del candidato premier pentastellato: quello per la Meritocrazia.
Il terzo e ultimo indizio è che nel governo ombra le donne avranno un ruolo rilevante: occuperanno alcuni dei ministeri chiave. Il rompicapo non è di facile soluzione. Ma è probabile che sia proprio il ministero della Giustizia, la casella rimasta ancora scoperta.

 

Nei giorni scorsi si era parlato di nuovi abboccamenti con il procuratore aggiunto di Catania, Sebastiano Ardita. Ma anche il magistrato siciliano si tira fuori dai giochi con parole nette. «Pure barzellette replica Ardita faccio parte di una corrente, quella di Davigo, che giudica incompatibili i rapporti tra politica e giustizia». Destinato a imboccare il tunnel degli spogliatoi anche il pm Nino Di Matteo, che ambienti a lui vicini raccontano deluso dal Movimento. A meno di non ripiegare su un magistrato in pensione, per il M5s sarà dura incassare la disponibilità di un servitore della Giustizia. Ben pochi infatti sarebbero disposti a farsi annunciare virtualmente, per poi ritrovarsi bruciati. A meno di soluzioni last minute, in pole resta perciò Bonafede. Della partita sarà anche l'altro fedelissimo di Di Maio, Riccardo Fraccaro (Regioni).

Blindato alle Comunicazioni l'ex direttore di SkyTg24 Emilio Carelli, per i Beni culturali sono in risalita le chance di Tomaso Montanari. Raggiunto al telefono, lo storico dell'arte non smentisce: preferisce trincerarsi nel no-comment. In rampa di lancio verso la Sanità c'è già la deputata uscente Giulia Grillo. Ma il pressing delle ultime ore potrebbe regalare un ruolo di rilievo anche a Laura Castelli, che ieri ha provato non a caso a riprendersi la scena con un duro comunicato contro Juncker. La destinazione più probabile quella dello Sviluppo economico, mentre Fioravanti rimane il papabile numero uno per la cabina di regia di via XX settembre. Ruolo di spicco anche per Laura Baldassarre. L'assessore capitolino potrebbe finire all'Istruzione. Per finire il misterioso ministro siciliano annunciato da Di Maio: pare certa l'investitura dell'ex assessore di Ragusa, Salvatore Corallo: ministero del Sud o Trasporti.
f.l.d.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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