La manovra bis è legge, Moscovici: vigiliamo

La manovra bis è legge, Moscovici: vigiliamo
di Diodato Pirone
Lunedì 31 Dicembre 2018, 10:00
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A un soffio dall'esercizio provvisorio (cioè dal freno alle spese pubbliche che sarebbe scattato se non fosse stata varata entro oggi) la Camera ha approvato con un voto finale la Legge di Bilancio, con 313 voti favorevoli e 70 contrari. Hanno votato no solo in deputati di Forza Italia e Fratelli d'Italia, perché Pd e LeU non hanno partecipato. La legge è stata firmata immediatamente dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e potrà così entrare in vigore dal primo gennaio.

La riscrittura delle ultime settimane ha consentito di evitare di fatto un commissariamento «di 5-7 anni» da parte dell'Unione Europea e ha fermato la corsa dello spread, sottolinea il ministro dell'Economia Giovanni Tria, ammettendo che raggiungere il traguardo è costato «grande fatica». E' una legge «scritta con il cuore», come dice Luigi Di Maio, e che, esulta il premier Giuseppe Conte, apre per l'Italia una «stagione di riscatto». Peraltro, aggiunge tenendosi largo Matteo Salvini, si rimettono «20 miliardi» nelle tasche degli italiani.

A frenare i festeggiamenti arriva però, a pochi minuti dal voto del Parlamento, il monito di Pierre Moscovici. il commissario europeo che vigila sui conti pubblici. «Bruxelles - ricorda Moscovici - vigilerà attentamente sulla esecuzione delle misure, adottate dopo momenti difficili».

Insomma, lo spettro della procedura, ovvero di una pesante multa europea causata dall'aumento del debito, resta sempre dietro l'angolo. Anche perché ci sarà da fare i conti, come ammette Tria, con un contesto internazionale che «non si annuncia favorevole» e con impegni presi con Bruxelles non semplici da mantenere, dal maxipiano di privatizzazioni agli aumenti Iva da oltre 50 miliardi in due anni da sterilizzare.

E ancora prima saranno da concretizzare le promesse di bandiera di Lega e M5S, Quota 100 per le pensioni e Reddito di cittadinanza, ridimensionate nelle risorse.

Il via libera alla manovra arriva comunque dopo che in Parlamento, e fuori, si è visto di tutto. Camera e Senato di fatto - e per la prima volta nella storia della Repubblica - non hanno potuto esaminare una legge strategica figlia di una trattativa fra governo e Commissione Europea. Fuori dal Parlamento sono esplose le proteste di Ncc, e dei tassisti, che hanno paralizzato Roma. E poi sindacati sul piede di guerra per il nuovo raffreddamento delle pensioni. Pd in manifestazione fuori da Montecitorio e Forza Italia pronta a sua volta alla piazza in gilet azzurri. E poi in Aula urla, spintoni, faldoni per aria, offese, accuse reciproche. Scontri, sempre più accesi, tra gli ormai ex alleati Lega e Fi.

Da ultimo, qualche crepa è emersa anche nel gruppo parlamentare dei 5Stelle che ieri sera ha chiesto a 10 deputati di giustificare la loro assenza dal voto.
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