Gentiloni premier. La squadra: solo qualche ritocco ma piccoli partiti in pressing

Gentiloni premier. La squadra: solo qualche ritocco ma piccoli partiti in pressing
di Marco Conti
Domenica 11 Dicembre 2016, 09:24
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ROMA. Malgrado la valanga di delegazioni parlamentari che hanno varcato l'uscio del Quirinale, la crisi di governo si avvicina a soluzione in tempi brevissimi. Stasera, o al massimo domani, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglierà la riserva chiamando al Colle il nuovo premier incaricato di formare un governo che ha una missione importante - metter mano alla legge elettorale - ma non nasce come esecutivo di scopo.

A conclusioni delle consultazioni Mattarella lo ha spiegato chiaramente parlando di governo con «pieni poteri» e citando come priorità le emergenze legate al terremoto. Nessun timing, nessuna scadenza, ma l'esigenza sottolineata di dare al Paese un governo in tempi brevi. La mission si avvia a conclusione. Molto probabilmente con l'incarico - stasera o al massimo domani - a Paolo Gentiloni anche se la delegazione del Pd, ultima ad essere ricevuta, non ha fatto nomi ma si è limitata a sottolineare che «la direzione del Pd si è espressa per un governo di tutti» e che, «fallita questa ipotesi, siamo pronti ad accettare la decisione che verrà presa». Occorrerà attendere la direzione del Pd di lunedì pomeriggio, se non l'assemblea del Pd di domenica prossima dove ci sarà Renzi, per capire se quello della delegazione del Pd - composta da Zanda, Rosato, Orfini e Guerini - sia stato un gesto di estrema fiducia nei confronti dell'operato del presidente della Repubblica o un modo per lasciare solo al Quirinale la responsabilità di una scelta.

Peraltro il tentativo di scaricare sul Quirinale i problemi interni a partiti e coalizioni non è stato solo del Pd. Anche FI, nei rapporti con la Lega o il M5S, per le vicende interne, hanno alla fine preferito lasciare a Mattarella le responsabilità di una scelta.

E' probabile che il Capo dello Stato, prima di chiamare Gentiloni al Quirinale, abbia un altro colloquio con Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio uscente non ha nessuna voglia di restare a palazzo Chigi, «anche per coerenza», ed è quindi probabile che non avrà nulla da obiettare su Gentiloni, parlamentare del Pd che chiamò alla Farnesina quando la Mogherini lasciò per la Commissione europea. Ciò non toglie che Renzi continua a pensare che non toccherebbe solo al Pd assumersi l'onere della governabilità. Un punto sul quale sin dal primo giorno della crisi le considerazioni di palazzo Chigi e Quirinale hanno preso strade diverse.

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