Gentiloni: «Non è tempo di cicale, non scardinare sistema pensioni e fisco»

Gentiloni: «Non è tempo di cicale, non scardinare sistema pensioni e fisco»
Giovedì 18 Gennaio 2018, 10:36 - Ultimo agg. 19 Gennaio, 10:43
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«Non è il tempo di scardinare pilastri del nostro sistema pensionistico e fiscale, non è il tempo delle cicale, ma è il tempo della competenza, della serietà e dell'investimento sul futuro». Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni intervenendo all'inaugurazione dell'anno accademico della Luiss.

«Agli interlocutori economici e ai leader stranieri che mi chiedono dell' instabilità politica io rispondo che sono fiducioso perché l'Italia è da 70 anni fra i grandi Paesi europei il più coerente, il più stabile e i cui fondamentali sono fra i più riconoscibili da parte degli investitori e da parte internazionale. Al cambiamento dei cambi di governo non hanno corrisposto cambiamenti in politica economica e estera e nell'affidabilità per gli investitori. Il che non vuol dire che non ci siano problemi ma è un Paese che merita fiducia, ha sottolinato poi il premier.

«C'è una parte di Italia che corre e una parte che fatica ed è rimasta indietro e se non ci occupiamo anche di questa parte faremo molta fatica a progredire», ha rilevato ancora Gentiloni.

«L'Italia attraversa una fase in cui più che mai sono necessari coraggio e fiducia. Siamo finalmente fuori dalla crisi
economica più grave dal dopoguerra; abbiamo un buon livello di crescita, stabile. Abbiamo raggiunto i livelli occupazionali più alti da quando si fanno statistiche su questo, anche se abbiamo ancora molto da recuperare. Abbiamo ridotto il nostro deficit ed abbiamo conti molto in ordine. Abbiamo una situazione stabile di avanzo primario e dobbiamo partire dalla consapevolezza che questi risultati sono costati sacrifici alle famiglie e alle imprese e non possono essere dilapidati. Farlo sarebbe assolutamente irresponsabile», ha affermato ancora Gentiloni. Parlando della prossima legislatura «guai a dimenticare fra gli obiettivi il passare dalla fase di stabilizzazione del debito
pubblico ad una fase di riduzione graduale, sostenibile, ma significativa del nostro debito pubblico. Di questo se ne parla poco ma deve essere uno degli obiettivi fondamentali».

Gentiloni ha ricordato che «abbiamo un buon livello di crescita, stabile», anche se «potremmo averlo migliore», «livelli occupazionali più alti da quando si fanno statistiche, anche se sappiamo che sull'occupazione femminile e giovanile c'è ancora molto da recuperare». In più «abbiamo ridotto il deficit», passato «dal 3 al 2%» e «abbiamo una
situazione stabile di avanzo primario». Tutti risultati che non vanno «dilapidati».

Il premier ha sottolineato anche che «dobbiamo lavorare non meno ma più di prima per contrastare povertà, promuovere l'inclusione per fornire occasioni di lavoro ai giovani. Del resto - ha aggiunto - abbiamo difeso con grandissima determinazione la priorità in legge di bilancio, oltre alle clausole di salvaguardia, della decontribuzione per i giovani concentrata in modo particolare nel Mezzogiorno». Ora «è il momento di investire in Italia e nel Mezzogiorno» perché «non ci sono mai state negli ultimi anni condizioni più favorevoli». Tra i capitoli da affrontare anche quello dei «livelli salariali, che non sono cresciuti abbastanza» e «le disuguaglianze», perché «la ripresa non si è accompagnata a una riduzione delle disuguaglianze, anzi in molti casi sono cresciute insieme alla crescita».

Servono, quindi, «coraggio e fiducia e qualità del capitale umano. Stiamo cercando, con risorse limitate per il cammino che l'Italia sta facendo per uscire dalla crisi, di investire quanto più possibile nella qualità del capitale umano» anche attraverso «il grande piano Industria 4.0» con il quale è stato introdotto anche un credito d'imposta ad hoc «per la formazione». Il premier ha concluso il suo discorso citando «le parole di Guido Carli "la speranza è un rischio da correre"». 

«Per me è un grande piacere e motivo di orgoglio partecipare all'inaugurazione dell'anno accademico della Luiss durante la quale verrà conferita la Laurea Honoris Causa a Edmund S.Phelps. La Luiss è un'eccellenza romana e una delle dimostrazioni di come la qualità e le potenzialità di questa nostra grande capitale europea possa manifestarsi e da romano mi fa piacere avere questa occasione», ha detto ancora Gentiloni nel corso del suo intervento alla cerimonia. «L'investimento sul capitale umano e sulle conoscenze è sempre più decisivo per il nostro futuro. Il corpo docente ha una grande responsabilità: di questo arricchimento abbiamo un grande bisogno». 

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha invece partecipato all'inaugurazione dell'anno accademico alla Sapienza. La ripresa è «in corso» e «vanno rafforzate» le sue «componenti strutturali» attivate nella legislatura. «Se il percorso di rafforzamento del paese nella direzione degli investimenti e della stabilizzazione venisse frenato, il rischio sarebbe non di fermarsi ma di tornare indietro» ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan all'inaugurazione dell'anno accademico alla Sapienza, dicendosi «ottimista, purché nel tempo si faccia uno sforzo di attuazione e implementazione in continuità con la strategia adottata negli ultimi quattro anni». 

Il bilancio dell'andamento del mercato del lavoro è caratterizzato da «luci ed ombre» ha detto  Padoan. «La disoccupazione è calata ma risulta ancora troppo alta, intorno all'11%, il numero dei laureati sta crescendo ma è ancora troppo basso, ancora troppi giovani lasciano il nostro Paese per migliori opportunità all'estero», osserva. 

«Alla fine di una legislatura che lascia il Paese in condizioni decisamente migliori di quelle in cui lo ha trovato - ha aggiunto Padoan - occorre guardare avanti e darsi da fare per consolidare e migliorare i risultati».

E «compito dei policy maker è quello di legare i risultati ottenuti ai nuovi percorsi, identificare gli elementi per rafforzare il miglioramento delle condizioni sociali, economiche e di benessere per le future generazioni. In altri termini come assicurare una crescita inclusiva». «Dopo anni di profonda recessione, squilibri, fragilità diffuse l'attività economica in Italia si sta consolidando sulla scia di una ripresa globale. E tuttavia - ha ribadito il ministro - non c'è alcuno spazio per il compiacimento: permangono difficoltà di natura strutturale, istituzionale e rischi geopolitici» dal «diffondersi di proposte politiche populiste e nazionaliste» alle «conseguenze della Brexit» fino «alla possibile escalation delle tensioni commerciali». «Molto è stato fatto ma siamo ancora lontani da risultati accettabili», ha detto ancora Paodan, spiegando che «molto resta ancora da fare in Italia» ma anche in Europa: «Per rafforzare la componente strutturale della ripresa e consolidare la solidità e la resilienza dell'Unione monetaria europea sono necessarie ambiziose misure di riforma della governance e degli strumenti di politica economica» che devono «sostenere la crescita, l'occupazione e l'inclusione sociale».

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