Fitoussi: «Gentiloni bravo ma debole
Meglio votare a settembre»

Fitoussi: «Gentiloni bravo ma debole Meglio votare a settembre»
di Nando Santonastaso
Domenica 19 Febbraio 2017, 09:50 - Ultimo agg. 15:26
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«Non fate come da noi, in Francia. Qui è tutto un grande casino, si dice così?». Jean-Paul Fitoussi, economista di fama internazionale e profondo conoscitore delle cose italiane (è tra gli insegnanti di maggiore prestigio dell'Università Luiss), scherza ma non troppo sullo scenario politico che attende Italia e, appunto, Francia, specie in chiave di tenuta dell'Unione europea.

Professore, da noi si discute sull'eventualità di anticipare al 2017 la fine della legislatura, votando ad esempio in autunno: che ne pensa?

«Non è facile rispondere per chi non ha una conoscenza precisa di quanto sta accadendo. Da un lato c'è un governo al lavoro e secondo me è uno dei migliori governi in carica in questo momento in Europa. Aggiungo che è un governo pienamente legittimo ma anche fragile. Ha una debolezza politica piuttosto evidente ed è strettamente dipendente dalle decisioni del Parlamento. Dall'altro c'è l'indubbia consapevolezza che dalle urne uscirebbe comunque un governo più forte: naturalmente a patto che non vincessero i populisti, in quel caso a mio giudizio l'Italia sarebbe nei guai. Ma non credo ad una possibilità di questo genere».

Ma per la situazione economica, non solo politica, dell'Italia conviene votare in autunno magari in comcomitanza con la Germania, per esempio, o subito, a maggio cioè, come la Francia?

«Io preferisco il gioco della democrazia chiara e dunque penso che bisognerebbe far durare il più possibile questo governo, partendo dalla considerazione che sta facendo bene. Ma con l'attuale fragilità la vedo dura, il rischio di essere messo in discussione davanti alle Camere mi sembra dietro l'angolo. Quindi meglio avere al più presto possibile un nuovo esecutivo. I tempi? Molto meglio far coincidere il voto con quello tedesco, in Francia è un grande casino».

In che senso, professore?

«Ma da un lato c'è una candidata di estrema destra, dall'altra un candidato la cui moglie ha problemi giudiziari. Non mi pare che siamo messi benissimo noi francesi. Per me è una cosa mai vista quella che si sta delineando in vista delle elezioni di maggio. Mi auguro che la situazione italiana non sia così degradata...».


Sembra ormai certo che una decisione sulla data del voto arriverà oggi dall'assemblea nazionale del Pd. Renzi vorrebbe anticipare...


«Non ho una conoscenza dettagliata di sondaggi e altre valutazioni sui partiti italiani. Una cosa però mi sento di dirla: io sto dalla parte di Renzi, quand'era premier mi pare che abbia amministrato bene il Paese».

Schultz in vantaggio sulla Merkel...

«E non è una bella notizia? Schultz è un bravo ragazzo, per me ha tutte le possibilità di guidare la Germania e di fare bene».

E senza rischiare referendum, come hanno fatto prima Cameron in Gran Bretagna e poi Renzi in Italia...

«Certo ma sulla sconfitta di Renzi al referendum bisogna ragionare con calma. Io non credo ad esempio che sia stato un problema di scarsa comunicazione a far vincere i no alla riforma costituzionale. Ha pesato molto di più, a mio giudizio, l'eccessiva fretta con la quale Renzi ha voluto andare al referendum. Questo è stato il suo errore più grosso: avrebbe fatto bene a ponderare con calma i tempi».

Ma secondo lei l'Italia rischia davvero ad aprile l'avvio di una procedura d'infrazione da parte dell'Ue per lo 0,2% di defict eccedente?

«Ma di cosa parliamo? L'Europa ha prodotto dei guasti così drammatici che è ora di dire basta, Ripeto, basta e ancora basta. L'Unione europea lasci finalmente tranquilli i Paesi civili, i Paesi democratici, senza continuare ad esercitare un approccio contabile, con una virgola in più o in meno. Basta. Questa Europa sta distruggendo tutti i Paesi della Comunità, ormai i movimenti estremisti sono dappertutto. Io credo che bisogna non preoccuparsi dell'Europa: l'Ue, anche se in Italia molti lo credono, non potrebbe vivere senza l'Italia e dunque prendiamone atto una volta per tutte».

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