Fondi neri, il Colle gela Salvini e la Lega: non si discute di inchieste in corso

Fondi neri, il Colle gela Salvini e la Lega: non si discute di inchieste in corso
di Marco Conti
Venerdì 6 Luglio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 12:27
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Il Quirinale è grande e non ha citofono. A volte sbagliare portone genera equivoci. Così come pensare di poter saltare alcuni passaggi delle liturgie Repubblicane che al Quirinale custodiscono con particolare attenzione. E così quando a Vilnius - capitale della Lituania dove si trova Sergio Mattarella in visita ufficiale - arriva da Roma l'indiscrezione di un incontro a breve di Matteo Salvini con il Capo dello Stato, la reazione era scontata.
 
La smentita di contatti in corso che la Lega aveva fatto trapelare, non nega la possibilità che Capo dello Stato e ministro dell'Interno prima o poi si incontrino. Ma non certo per discutere, magari in tutta fretta, di una sentenza della magistratura.
Il problema che pone la pressante richiesta del ministro dell'Interno, svela quella sorte di copertura istituzionale che lo stesso Salvini sembra cercare rispetto all'azione della magistratura che sta cercando di imporre al Carroccio la restituzione di un cospicua somma di denaro pubblico.

Nelle parole e nei ragionamenti fatti ieri nel corso della visita di Stato a Vilnius, Mattarella si è guardato bene da fare riferimenti alle questioni italiane. Tanto più se rischiano di alimentare scontri istituzionali. E' quindi paradossale pensare di costringere il Capo dello Stato a discutere di una sentenza mentre c'è un'inchiesta della magistratura in corso, perché - come sostiene Salvini - «il presidente della Repubblica è sensibile al tema della libertà d'espressione». Sostenere che al leader della Lega viene così negata dai giudici di libertà di parola.

Concedere appuntamento al ministro e leader della Lega per discutere se è giusto o meno che la Cassazione abbia disposto il sequestro dei fondi di via Bellerio, significa che il Capo dello Stato è pronto ad ascoltare - e quindi a mettere eventualmente in discussione - il dispositivo e quindi il principio costituzionale dell'autonomia della magistratura. Modalità e tema di un incontro, quello che continua a chiedere da giorni Salvini a Mattarella, che farebbe del Capo dello Stato una sorta di quarto grado di giudizio che dovrebbe ribaltare la sentenza della Cassazione che, secondo Salvini, nega il diritto di parola al leader «del primoo partito italiano».

L'ovvia irritazione quirinalizia - arrivata da Vilnius sino a Roma in pochissimo tempo - è tutta in quella reiterata richiesta di incontro di Salvini che ieri i leghisti davano per imminente legandola proprio con l'inchiesta in corso della magistratura. La smentita arrivata, in serata dal Quirinale, non nega possibili faccia a faccia, ma di fatto esclude che il presidente della Repubblica possa accettare l'argomento proposto da Salvini che trasformerebbe l'incontro in una sorta di luogo dove magari immaginare la costruzione dell'ennesimo lodo a protezione di persone o cose.

La bacchettata del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, successore dell'autore del lodo-Alfano, («le sentenze si rispettano»), serve quindi al M5S per arginare quei rigurgiti di berlusconismo che la Lega di Salvini ha ancora dopo anni di alleanze con FI e che i grillini non possono permettere di assecondare.

E' forse anche per questo che Salvini cerchi sponde fuori dalla maggioranza trovando però freddi anche molti dei suoi antichi alleati.

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