Pozzolo si difende: «Non sono stato io a far partire il colpo, dirò ai magistrati chi ha sparato»

Il Deputato di Fratelli d'Italia Emanuele Pozzolo afferma di non aver sparato la sera di Capodanno a Rosazza, la verità la racconterà solo alla magistratura

Pozzolo si difende: «Non sono stato io a far partire il colpo, dirò ai magistrati chi ha sparato»
Pozzolo si difende: «Non sono stato io a far partire il colpo, dirò ai magistrati chi ha sparato»
di Monica De Chiari
Mercoledì 10 Gennaio 2024, 11:34 - Ultimo agg. 19:51
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«Quella notte le cose sono andate diversamente da come sono state raccontate finora». Dopo ventiquattro ore dalla sospensione prima dal partito e poi dal gruppo parlamentare Emanuele Pozzolo, deputato di Fratelli d'Italia, parla a Repubblica affermando ancora una volta di non essere stato lui a sparare la notte di Capodanno a Rosazza, e che l'intera storia la racconterà solo alla magistratura.

La difesa

Il deputato rimane fermo sulla sua versione originale, versione che ancora non gli è stata chiesta dalla procura di Biella, nella speranza che possa alla fine essere rivelata. Dell’inchiesta, tuttora aperta (coperta dal segreto istruttorio), e in particolare sullo sparo avvenuto il primo gennaio alla festa di Capodanno organizzata dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, Pozzolo non parla.

Nel frattempo i carabinieri del nucleo investigativo stanno continuando ad ascoltare testimoni presenti quella sera, ma non tutti sembrano aver davvero assistito al momento dello sparo. Pozzolo verrà convocato dalla procura probabilmente alla fine delle audizioni dei testi. Nelle ore successive al fatto, il deputato biellese, anche ai carabinieri, aveva detto: «Non sono stato io a sparare», versione che porterà davanti alla magistratura. Il revolver da cui è partito il colpo che ha ferito in maniera accidentale Luca Campana, operaio di 31 anni e genero del capo scorta di Delmastro, è stato sequestrato dai carabinieri. L’arma era regolarmente detenuta da Pozzolo, che, per ora, resta l’unico indagato.

 


Il deputato di Vercelli si dice «sereno», si aspettava di essere sospeso ed è una decisione di cui prende atto. «Sono sicuro che la verità, in questo caso, sia semplice», continua Pozzolo nell'intervista, aggiungendo che quanto è successo rientra in una «fattispecie di situazione giuridica piuttosto ben chiara». A questo non aggiunge altro, sarà la magistratura a chiarire il punto. Pozzolo si dice convinto che «l'incidente» accaduto alla fine verrà considerato tale e tornando sul suo partito, Fratelli d'Italia, afferma: «Comprendo le ragioni mediatiche di alcune scelte. Ma sono certo che un partito che si fonda sul concetto di lealtà, su quel concetto si incardini e si incardinerà per sempre», mentre per il capogruppo Tommaso Foti ha solo parole positive «da sempre agisce negli interessi e secondo i principi del nostro partito».

Alla domanda se si sente solo Emanuele Pozzolo risponde di no, che di amici ce ne sono tanti ma come loro anche molti «commenti terribili che sono girati contro di me e i miei familiari» fino ad arrivare a quello di «pistolero» da parte di persone «che non sanno minimamente cosa sia successo quella notte». Conclude parlando dell'eco mediatico che la vicenda ha avuto, e di come ci sia una grande «sproporzione» tra quest'ultimo e la verità. «C’è un mondo che va in una direzione. Penso alla Palestina, all’Iran. In Italia va bene fare attenzione a cosa capita. Ma francamente, c’è davvero una sproporzione». Su eventuali contatti con Delmastro, Pozzolo risponde che no, non ci sono stati. 

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