Dl sicurezza, primo sì: per arrestare
i violenti ai cortei basta la ripresa tv

Dl sicurezza, primo sì: per arrestare i violenti ai cortei basta la ripresa tv
di ​Gigi Di Fiore
Venerdì 17 Marzo 2017, 08:42 - Ultimo agg. 10:30
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La filosofia è chiara ed è stata più volte annunciata dal ministro dell'Interno, Marco Minniti: più responsabilità e poteri di intervento dei sindaci sulla sicurezza delle loro città. Insieme con prefetto e questore, i primi cittadini sono investiti di compiti di prevenzione per la «vivibilità e il decoro» urbano. È il vero senso politico del decreto, approvato dal governo il 22 febbraio scorso, che ha ottenuto il sì della Camera con 230 voti a favore e 56 no. È il decreto sicurezza del governo Gentiloni, che ora passa all'esame del Senato per la conversione entro il 22 aprile.

Ai 18 articoli sono stati aggiunti alcuni emendamenti, altri sono stati bocciati. La prima modifica, quella forse più significativa se verrà confermata in Senato, offre alle forze dell'ordine un nuovo strumento per arrestare manifestanti violenti. Una stretta che arriva anche sull'onda delle polemiche seguite agli scontri a Napoli sabato scorso, per l'arrivo del segretario della Lega, matteo Salvini. È la cosiddetta «flagranza differita», introdotta su emendamento che ha avuto come prima firmataria Mara Carfagna di Forza Italia. Nel caso di reati commessi con la violenza in manifestazioni pubbliche, l'arresto in flagranza è possibile anche dopo 48 ore attraverso l'identificazione in foto o filmati.

Una flagranza fittizia non immediata, fissata in immagini da utilizzare entro due giorni. Una modifica a due articoli (380 e 382) del codice di procedura penale. Il governo ha invece ritirato l'emendamento che prevedeva l'identificabilità degli agenti con un numero di riconoscimento sulle divise. Ma il vice ministro, Filippo Bubbico, ha annunciato che l'emendamento verrà riproposto al Senato. È però nella seconda sezione del decreto che si introducono ulteriori novità, assegnando più poteri ai sindaci e alla polizia urbana. Si riconosce che la sicurezza si difende anche con il recupero di aree degradate, con interventi di recupero sociale e integrazione, con la promozione della cultura.

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