Due giorni di trattativa serratissima, dopo un lungo percorso fatto di polemiche e riprese, e alla fine è arrivata la firma per il Contratto della scuola, per il triennio 2019-21. Un accordo firmato in Aran da tutti i sindacati rappresentativi, ad esclusione della Uil scuola. Il nuovo contratto interessa oltre un milione duecentomila lavoratori del comparto istruzione e ricerca. L’aumento medio mensile lordo è salito a 124 euro per tutti gli insegnanti: si tratta di una aumento in parte già erogato nei mesi scorsi e reso possibile dalle risorse finanziarie aggiuntive, stanziate dalla legge di bilancio per l’anno 2022 sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa per 300 milioni di euro. Materialmente i soldi dovrebbero arrivare nelle buste paga dei docenti e del restante personale a ottobre, dopo che il contratto avrà fatto il consueto giro dei ministeri e sarà stato bollinato dalla Corte dei Conti. «Il nuovo contratto segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata», ha commentato il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Valditara. «Sono state inoltre recepite a livello contrattuale le funzioni del docente tutor e del docente orientatore e questo consentirà di affermare definitivamente il principio della personalizzazione dell’istruzione, rimarcando la centralità nel sistema della persona dello studente».
Contratto scuola, c'è l'accordo, Valditara: «Un passo importante». La Uil non firma
I PRECARI
È stata riconosciuta una maggiore tutela per il personale precario docente e Ata, vale a dire amministrativo, tecnico e ausiliario cui è riconosciuta la possibilità di fruire di tre giorni remunerati di permesso per motivi personali o familiari.
È stato deciso inoltre di istituire un nuovo ordinamento dei profili professionali che consentirà di valorizzare il personale Ata e le figure dei Direttori dei servizi generali e amministrativi attraverso una nuova area di funzionari ai quali sarà possibile attribuire un incarico triennale per figure altamente qualificate, con un incremento della retribuzione pari a 60 euro mensili. «Il nuovo contratto - ha commentato ieri il ministro Valditara - segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata. Sono state inoltre recepite a livello contrattuale le funzioni del docente tutor e del docente orientatore e questo consentirà di affermare definitivamente il principio della personalizzazione dell’istruzione, rimarcando la centralità nel sistema della persona dello studente».
LA NUOVA TORNATA
I sindacati che hanno firmato l’accordo hanno già messo sul banco la richiesta di avviare le trattative per il triennio 2022-2024. «Siamo riusciti a ottenere importanti miglioramenti normativi - ha dichiarato Rino Di Meglio, il coordinatore nazionale della Gilda - abbiamo ottenuto dei risultati apprezzabili, considerando la base di partenza. Ora, però, bisogna aprire subito la trattativa per il CCNL 2022-24 già scaduto». Soddisfatti dell’esito della trattativa anche la Flc Cgil che, commentando l’accordo, ne sottolinea gli aspetti positivi. «Sul piano salariale - spiega la segretaria generale Gianna Fracassi – considerati gli aumenti già percepiti con l’accordo economico del dicembre 2022 e le ulteriori risorse distribuite con il contratto appena firmato, l’incremento stipendiale medio tra i diversi settori oscilla tra il 5% e il 7%. È positivo che siano state ricondotte nell’alveo contrattuale tutte le materie introdotte per legge». Ad esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto è anche il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo che, commentando la firma del contratto, ha anticipato i prossimi interventi: «Si tratta di un accordo molto importante che tocca quattro settori: scuola, personale ammnistrativo delle università, Afam ed enti di ricerca. Riguarda oltre un milione e 200mila dipendenti, ossia un terzo se non più di tutto il personale della pubblica amministrazione. Abbiamo risorse aggiuntive per gli enti vigilati dal ministero dell’Università e della ricerca, mentre mancano per gli altri enti vigilati da altri ministeri. Per questa e altre considerazioni, condivise con i sindacati presenti al tavolo, abbiamo deciso di lavorare a un accordo integrativo su cui c’è già la data del prossimo incontro in Aran: il 7 settembre. Proseguiremo la contrattazione e ci saranno altre integrazioni, per esempio per i Policlinici».