Il piano B di Berlusconi: governo istituzionale con il Pd

Il piano B di Berlusconi: governo istituzionale con il Pd
di Emilio Pucci
Giovedì 12 Aprile 2018, 10:10
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Il sospetto in FI è che di fronte all'inconsistenza dei numeri in Parlamento Salvini possa arrivare a palazzo Grazioli rivolgendo una semplice domanda al padrone di casa: «Preferisci un governo a guida centrodestra con M5s e ministri d'area di FI oppure un esecutivo Di Maio sostenuto dalla Lega?». Quel momento non è ancora all'orizzonte ma giorno dopo giorno la possibilità che arrivi l'ora X diventa sempre più concreto.

Perché, è la convinzione del Cavaliere, Salvini non ha consigliato anche da Giorgetti l'intenzione di avere un preincarico e di bruciarsi. «Non potrei portare FI sull'appoggio esterno. Il partito la risposta che il Cavaliere ha già fatto sapere al segretario del Carroccio - non lo accetterebbe e nessuno, né tu e nemmeno il Capo dello Stato, potrebbe fornirmi alcun tipo di garanzie». L'ex premier con i fedelissimi ha fatto anche un paragone con Craxi. Nessuna intenzione di fare la fine del leader socialista messo al bando per un avviso di garanzia. «C'è il proporzionale, FI ha il 14% e quei voti li farà pesare». Oggi alle ore 15 ci sarà il primo chiarimento. Salvini vedrà Berlusconi e Meloni che ancora spingono affinché nasca un esecutivo di centrodestra.
 
L'ex premier sa che il suo alleato sta tergiversando e che neanche al vertice in via del Plebiscito scioglierà la riserva. Si rende conto del rischio di tentare la carta dell'esecutivo di minoranza in quanto il nodo è il rapporto con il Pd: il partito di via Bellerio non vuole i dem, al contrario di Berlusconi che con Letta mantiene un canale per ottenere perlomeno l'astensione del Nazareno. E allora il piano di Berlusconi è affidarsi al presidente della Repubblica per un esecutivo istituzionale guidato anche da Fico, non per forza dalla Casellati, con un programma concordato. Accetterebbe che M5S possa tenersi le mani libere se la prescelta fosse la seconda carica dello Stato ma nell'ipotesi di un governo M5s-Lega opterebbe per l'opposizione. Giocando sui numeri ristretti «e magari osserva un dirigente forzista recuperando così la sua identità». «Salvini non può pensare che Berlusconi faccia un passo indietro. E comunque conquisterebbe alla causa solo una decina di nostri parlamentari», ragionano i big azzurri.

Per ora agli atti c'è il niet alle urne a breve e il fastidio del Cavaliere per le mosse del segretario del Carroccio. «Non ci ha neanche avvisati dell'accordo raggiunto con M5s sulla presidenza della commissione speciale sul Def», una delle rimostranze. La seconda è arrivata ufficialmente alla Lega che si è presentata con Giorgetti di buon mattino a Montecitorio per discutere delle candidature regionali. Peccato che proprio in quel momento Salvini stava presentando il candidato della Lega a Terni, mandando su tutte le furie lo stato maggiore azzurro. Allarmato anche da un'altra voce. A detta di FI e FdI ieri proprio il giovane Matteo avrebbe avuto un incontro con i vertici pentastellati. Il convincimento è che non ci sia stata solo una telefonata tra Salvini e Di Maio.
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