Consob, pressing grillino per Minenna ma Mattarella non cede. E Conte rinvia

Consob, pressing grillino per Minenna ma Mattarella non cede. E Conte rinvia
di Alberto Gentili
Venerdì 18 Gennaio 2019, 11:00
3 Minuti di Lettura
Sulla Consob è ancora stallo. Luigi Di Maio, sotto il pressing dell'ala ortodossa del Movimento, resta fermo sulla candidatura di Marcello Minenna. Ma Giuseppe Conte è prudente. Temporeggia. Dal Quirinale, ormai da un paio di mesi, hanno fatto sapere che il candidato sponsorizzato dai 5Stelle non ha il gradimento del capo dello Stato. E il premier prende tempo, per nulla desideroso di andare a uno scontro istituzionale con Sergio Mattarella, cui spetta firmare il decreto di nomina. Così Di Maio, riservatamente, comincia a pensare a un altro nome.

Le obiezioni del capo dello Stato su Minenna, ex assessore al bilancio della giunta di Virginia Raggi e dirigente della stessa Consob, sono ormai note. Anche il Quirinale vorrebbe che la Commissione per la Borsa tornasse quanto prima ad avere un presidente, dopo che in settembre i 5Stelle riuscirono in settembre a ottenere le dimissioni di Mario Nava. Ma Mattarella non se la sente di dare il via libera a un nome che a suo giudizio non avrebbe i requisiti per garantire l'indipendenza della Consob. E in più contro la macrostruttura che ha portato anche alla promozione di Minenna, gravano ben dodici ricorsi di dirigenti interni. Sicché se venisse nominano presidente, Minenna diventerebbe il capo dei suoi avversari interni: una situazione imbarazzante e ostativa a giudizio del Colle.

Non a caso Giovanni Tria, insieme a Enzo Moavero Milanesi (Esteri) uno dei due ministri quirinalizi, proprio ieri ha messo a verbale: «Spero che la nomina avvenga il prima possibile». Aggiungendo due frasi. La prima: «C'è dibattito». Come dire, la partita non è chiusa. La seconda: «Le regole dicono che la nomina del presidente della Consob avviene su proposta del presidente del Consiglio e poi il capo dello Stato vara il decreto». Traduzione: il veto del Quirinale non si può aggirare.
 
Matteo Salvini osserva la partita con un certo distacco. Dopo il vertice mattutino con Di Maio, il capo della Lega ha confermato che «c'è un accordo tra Lega e 5Stelle sul nome di Minenna». Ma ha anche rinviato la questione a un altro Consiglio dei ministri: «Oggi ci occupiamo solo del decreto. Altre cose non sono all'ordine del giorno». Insomma, la Lega non ha fretta. E neppure è pronta a stracciarsi le vesti per strappare il via libera al candidato grillino. Piuttosto è impegnata a ottenere il sì di Di Maio, e il traguardo è decisamente vicino, per la presidenza dell'Inps da assegnare a un tecnico di area lumbard: a metà febbraio la poltrona verrà liberata dall'addio di Tito Boeri.

Una situazione che fa crescere il nervosismo nell'ala ortodossa dei 5Stelle. «La vicenda sta diventando una farsa», tuona il senatore 5Stelle Elio Lannutti, «bisogna nominare Minenna il prima possibile. Spero che Conte giochi un ruolo per l'interesse del Paese e dei mercati, non si capiscono questi ritardi. Se sono dovuti ai soliti manutengoli del potere, per un governo del cambiamento questo è inaccettabile».
© RIPRODUZIONE RISERVATA