Congresso Pd, Orlando pronto
alla sfida da segretario

Congresso Pd, Orlando pronto alla sfida da segretario
di ​Marco Conti
Mercoledì 15 Febbraio 2017, 09:06 - Ultimo agg. 13:03
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Roma. Non ci sono i caminetti, ma le correnti sì e lo scontro nel Pd è da Ok Corral con Bersani che minaccia la scissione per l'ennesima volta e Renzi che si barrica al Nazareno fissando per domenica l'assemblea del partito che dovrà convocare il congresso. Ancora una volta, come è accaduto prima della direzione, le minacce fioccano e vengono fatte filtrare ad arte nella speranza di impressionare l'avversario. E così la sinistra promette di mandare all'assemblea di domenica un solo rappresentante «che leggerà un comunicato a nome di tutti».

Roba da rapiti o da rapitori. Comunque da separati in casa in attesa della polizia. L'ex premier incontra in mattinata tutti i big del partito, da Orfini a Rosato, a Guerini. La sera è la volta del ministro Martina. A tutti dice di voler tirare dritto statuto alla mano. Ricorda come in direzione ha messo da parte la questione del voto, come chiesto da Dario Franceschini. Intende, senza forzature ma con decisione, arrivare a concludere il congresso a metà aprile; primarie comprese. Un timing che non piace alla minoranza che non ha ancora un candidato in grado di recuperare quella «agibilità politica» che Bersani reclama.

La sinistra del Pd teme il voto anticipato a giugno, ma teme anche il congresso che solo due settimane fa invocava e brancola tra la voglia di andarsene e il tentativo di strattonare sino all'ultimo per cercare di portare a casa il massimo dello spazio possibile. Con la sinistra interna Renzi non intende trattare. Non si fida e teme «il gioco al rialzo». Tocca al ministro Franceschini incontrare di prima mattina il collega Andrea Orlando.

Il Guardasigilli, che compone la maggioranza che regge la segreteria Renzi, in direzione si è distinto proponendo di convocare un'assemblea programmatica del partito prima del congresso. Una posizione che fa fare un passo in avanti alla candidatura di Orlando al congresso. Il ministro non molla sull'assemblea di programma e diventa in breve tempo l'unica speranza della minoranza bersaniana per restare dentro.

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