«Il Tap è come Auschwitz», è bufera su Emiliano in Puglia

«Il Tap è come Auschwitz», è bufera su Emiliano in Puglia
di Gigi Di Fiore
Giovedì 14 Dicembre 2017, 09:49
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«Il cantiere del Tap in Salento sembra Auschwitz, se vedete le fotografie è proprio identico». La battuta a effetto del governatore pugliese Michele Emiliano, in collegamento telefonico con il programma radiofonico Circo Massimo su Radio Capital, è la nuova puntata della polemica sul gasdotto che ha per scadenza di chiusura lavori il 2020. Da mesi, da quando a marzo si è aperto il cantiere a San Foca di Melendugno in Salento, si gioca un braccio di ferro tra il governo e la Regione Puglia.

L'ultima stoccata sul Tap (Trans Adriatic Pipeline) è diretta al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ed è scatenata dall'incidente al gasdotto austriaco di due giorni fa. Ha spiegato Emiliano: «Sono favorevole al Tap, ma con approdo a Brindisi. Il ministro Calenda parli di come prevenire incidenti come quello in Austria». La replica è immediata: «Dire che il cantiere è uguale ad Auschwitz è grave e irrispettoso. Cerca di rientrare nei limiti di un confronto civile». Passa qualche ora e arrivano le scuse di Emiliano: «Il paragone è oggettivamente sbagliato, l'ho usato inopportunamente e mi scuso». Ma, dietro le parole, resta il merito di un contrasto istituzionale, a colpi di ricorsi amministrativi ed esposti penali, che va avanti da quasi due anni, mentre nel cantiere si sono succedute manifestazioni e proteste. Solo ieri, dopo 30 giorni, la Prefettura di Lecce ha dichiarato decaduta l'ordinanza che istituiva la cosiddetta «zona rossa» a San Basilio, località di San Foca di Melendugno, militarizzata con recinzioni antisfondamento, otto cancelli di chiusura dei varchi e controllo rigorosi di carabinieri e polizia 24 ore su 24. Divieto di accesso, se non ad addetti ai lavori e polizia. Ordinanza revocata e le recinzioni verranno eliminate, salvo ripristinarle in caso di nuovi incidenti.
 
Proprio la recinzione militare è stato il presupposto della dichiarazione di Emiliano. Una misura prefettizia disposta per impedire proteste, che si erano moltiplicate anche dopo lo sradicamento di 200 ulivi per far posto al cantiere. Il Tap è l'ultimo tratto del gasdotto che parte dal Caucaso, attraversa la Georgia, la Turchia, la Grecia, l'Albania per attraversare il mare e arrivare in Salento dalla spiaggia di San Foca. Un lavoro gestito da sei multinazionali, con capofila in Svizzera la Tap Ag. Costo stimato: 45 miliardi. Osservazioni ambientali e di sicurezza motivano le iniziative di Emiliano, che contesta al governo soprattutto di non aver applicato la direttiva dell'Unione europea, chiamata Seveso III, recepita dall'Italia nel 2015. Una direttiva che impone rigidi parametri di sicurezza per «impianti a rischio di incidente rilevante». Il governatore pugliese aveva presentato ricorso al Tar del Lazio nel 2016, perdendolo anche al Consiglio di Stato nel marzo di quest'anno. Il Comune di Melendugno aveva presentato un esposto alla Procura di Lecce, ricevendone un'archiviazione dal gip. «La direttiva si applica solo agli stabilimenti, non al trasporto di sostanze pericolose» è stato il succo delle motivazioni delle due decisioni. E ora, dopo le ultime polemiche, la multinazionale Tap Ag ribadisce: «La direttiva Seveso non si applica al terminale di ricezione Tap, come hanno spiegato sentenze definitive sia della magistratura amministrativa sia dell'ordinaria».

Dopo il parere negativo della Corte costituzionale sul conflitto tra Regione Puglia e Stato il 10 ottobre, Emiliano annuncia un nuovo esposto alla Procura di Lecce, mentre è pendente un altro ricorso amministrativo. E il botta e risposta Emiliano-Calenda naturalmente scatena reazioni e commenti politici. Il ministro della Coesione territoriale, Claudio De Vincenti, ribadisce: «Il Tap è un'opera sicura e senza impatto ambientale, necessaria e strategica. Quindi andrà avanti, per dare al Salento un'ulteriore prospettiva di crescita». Da Pier Ferdinando Casini alla segretaria Cisl Annamaria Furlan accenni critici all'ultimo intervento di Emiliano. Ma il deputato pugliese dem Dario Ginefra, invece, dice: «L'attenzione del governatore Emiliano a garante della salute pubblica della nostra regione non può essere liquidata con battute da un ministro che fino ad oggi ha ritenuto di non assoggettare alle direttive Seveso l'impianto Tap». Sulla stessa linea il deputato Pd, Simone Valiante. E Emiliano specifica: «Non sono il Signor No, propongo sempre alternative e in questo caso ho indicato Brindisi come approdo migliore per il gasdotto».
 
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